Corriere dell'Alto Adige

Il bimbo ricorda solo il treno e il gelo Primo sorriso nel sentire il «krio»

Commozione in ospedale. Ancora vaga la ricostruzi­one del viaggio

- V. L.

BOLZANO Quando la mediatrice gli si è rivolta in «krio», la sua lingua madre, il piccolo Anthony ha sfoderato un enorme sorriso. Il primo, forse, dopo giorni di comprensib­ile spaesament­o, tra medici, infermieri e assistenti sociali, che lo hanno accudito e protetto. Del tragitto in mare, per arrivare in Italia, Anthony sembra non ricordare nulla. Parla di un viaggio, iniziato con i genitori a bordo di un treno e durante il quale, poi, improvvisa­mente, sarebbe rimasto solo. Buio totale, per il momento, su dove questo percorso abbia avuto origine e sulle cause che hanno determinat­o la separazion­e dai familiari. E poi il grande freddo, un gelo che, probabilme­nte, non scorderà mai. Impossibil­e dire da quanto tempo fosse su quel convoglio merci, sul pianale e completame­nte all’aperto, eppure quando gli uomini della Polfer lo hanno trovato, e il comandante Stefano Linossi lo ha portato in un ambiente riscaldato, la sua temperatur­a era di appena 32 gradi. Gli infermieri e gli operatori che gli sono accanto lo definiscon­o un bambino socievole e giocoso, anche se in questi giorni le difficoltà nella comunicazi­one sono state tante e solo l’arrivo della mediatrice è concretame­nte riuscito a imprimere una svolta. Il piccolo, in questi giorni, ha spesso nominato sia la mamma che il papà, e anche una sorellina. Nelle foto avrebbe anche riconosciu­to una zia ma a questo punto sorgono tanti interrogat­ivi relativi all’arrivo in Italia di Anthony e della sua famiglia: nei dialoghi con investigat­ori e assistenti sociali, il bimbo ha infatti mostrato di comprender­e e pronunciar­e alcune parole. Da quanto tempo allora si trovava nel nostro paese? Tutti quesiti ai quali potrebbero rispondere i genitori, che ora la polizia intende rintraccia­re e sentire al più presto.

Intorno a Anthony resta comunque una robusta rete di solidariet­à: in questi giorni, come evidenziat­o dalla stessa Procuratri­ce Fava, da più parti sono giunte iniziative in favore del piccolo e in tanti hanno voluto testimonia­re la vicinanza al bambino. A partire da chi lo ha tratto in salvo: il comandante della Polfer di Brennero è stato tra i primi a fargli visita, seguendo passo dopo passo gli sviluppi sulle sue condizioni di salute. Ora, a breve, una famiglia lo accoglierà temporanea­mente nell’attesa che, come tutti si augurano, possa presto ritrovare un briciolo di meritata serenità.

Affetto Il capitano della Polfer Linossi è stato in ospedale

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