Corriere dell'Alto Adige

Soccorso alpino, 1.440 interventi in un anno BOLZANO

Il bilancio del Cnsas: 1428 persone salvate, 8 morti, 550 operazioni in elicottero

- Valentina Leone

Se a livello nazionale il Soccorso alpino e speleologi­co (Cnsas) segnala un forte aumento degli interventi di soccorso in montagna e delle vittime, con cifre che non si registrava­no da almeno dieci anni, in Alto Adige il dato sulle operazioni di salvataggi­o resta stabile, anche se segnala un’attività comunque intensa da parte di uomini e donne del Cnsas.

Per il 2017, infatti, sono stati 1.441 complessiv­amente gli interventi, con 1428 persone soccorse, di cui 5 gravi e 8 decedute. A livello di nazionalit­à, si tratta di 747 italiani, 432 germanici e il restante numero di pazienti provenient­e da vari paesi. Oltre 550 interventi sono stati effettuati con l’ausilio degli elicotteri di soccorso, mentre 890 senza. «Il dato è piuttosto stabile rispetto al 2016, ma è evidente che l’aumento a livello nazionale dei soccorsi è dovuto soprattutt­o al sempre maggior numero di persone che sceglie di approcciar­si alla montagna, purtroppo non sempre nel modo giusto», commenta Giorgio Gajer, presidente del Cnsas Alto Adige. Come detto, nel 2017, in tutta Italia, sono state 485, il 20,01% in più rispetto all’anno precedente, le vittime di incidenti in montagna. Cifre, quelle presentate ieri a Roma, dalle quali emergono altri due dati preoccupan­ti: il numero complessiv­o delle persone soccorse è salito a 8.867, il 21,89% in più rispetto al 2016, e il totale degli interventi di soccorso in montagna, più di 9.000, non è mai stato così alto negli ultimi dieci anni, con una media che si attestava attorno agli ottomila. «Molto è dovuto anche al forte aumento della pratica scialpinis­tica, che negli ultimi anni ha preso notevolmen­te piede — aggiunge Gajer — In generale, comunque, sono i dati del turismo a spiegarcel­o chiarament­e: sempre più persone scelgono località di montagna. E io dico sempre: è bella, ma va rispettata. Non è possibile affrontarl­a senza avere la giusta cognizione. Noi diamo sempre il medesimo consiglio: se non si è sicuri, meglio affidarsi a delle guide alpine, a persone competenti. O, in certe situazioni, se il tempo non permette escursioni meglio rinunciare, anche se si è qui solo per pochi giorni. Questo è un problema del turismo mordi e fuggi: chi si trattiene per poco tempo poi magari non vuole rinunciare al programma, ma in montagna bisogna sapersi fermare e avere contezza dei propri limiti».

Sempre come dato nazionale, delle 8.867 persone soccorse, 3.231 sono risultate illese, 3.543 ferite in modo leggero, 1.253 ferite gravi, 285 in imminente pericolo di vita. Settanta, invece, i dispersi.

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In azione Una squadra del Soccorso alpino durante un intervento in montagna
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Presidente Giorgio Gajer

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