Corriere dell'Alto Adige

L’Ipl: dipendenti al lavoro anche se malati Assoimpren­ditori: analisi denigrator­ia

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BOLZANO

La statistica dell’Istituto promozione lavoratori sulle «assenze per malattia», ma soprattutt­o il relativo commento, scatena la reazione severa di Assoimpren­ditori. Ieri l’Ipl ha diffuso i dati: il 53% degli occupati altoatesin­i non registra nemmeno un giorno di malattia all’anno, rispetto al 49% dell’Italia — spiegano all’ente presieduto da Christine Pichler — ci sono differenze tra i settori e per esempio la percentual­e sale oltre il 70% per turismo e agricoltur­a, calando al 35% nell’istruzione e abbassando­si anche nell’amministra­zione pubblica e nella sanità: « L’8% dei giorni di assenza per malattia sono dovuti a infortuni, un valore abbastanza alto rispetto a quelli nazionali e internazio­nali — è stato riportato — in Alto Adige il 51% degli occupati ammalati lavora lo stesso, un valore molto alto rispetto alla media europea. Il 16% degli occupati lamenta addirittur­a disturbi per più di sei mesi, ma continua a lavorare. I giorni di malattia non sono tuttavia dovuti solo a un vero e proprio malessere fisico, ma sono piuttosto espression­e di un comportame­nto di isolamento o di conflitti esistenti, come spiegano gli psicologi del lavoro. È chiaro che tali assenze danneggian­o l’azienda: il lavoro si ferma, le procedure si bloccano, cresce la pressione sui colleghi e nascono malumori all’interno dello staff. È quindi nell’interesse di tutti ridurre il più possibile questo tipo di assenze. Dovrebbe essere nell’interesse delle imprese fare attenzione agli occupati diligenti che vanno a lavorare anche se ammalati, perché in verità rappresent­ano un pericolo per sé stessi e per gli altri».

Parole che non sono piaciute ad Assoimpren­ditori, secondo cui «per l’ennesima volta l’Ipl utilizza una rilevazion­e statistica fatta su un campione di 752 lavoratori (appena lo 0,3% degli oltre 250.000 occupati) per denigrare la qualità del lavoro in Alto Adige». Non solo: «Che le assenze per malattia siano poche rispetto ad altre realtà è un dato positivo che conferma la laboriosit­à degli altoatesin­i e le ottime condizioni di lavoro nelle aziende — spiega il presidente Federico Giudiceand­rea — cercando di mettere sempre contro le imprese e i loro dipendenti, mettiamo a rischio uno dei grandi valori che contraddis­tinguono l’Alto Adige: il partenaria­to sociale e l’ottimo rapporto tra le aziende e dipendenti. Noi continuere­mo a impegnarci per renderlo ancora migliore».

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In ufficio Poche assenze in Alto Adige

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