Divieti antitraffico, negozianti allarmati
Tibaldo: «Via Claudia Augusta, ferita aperta. Il commercio ha bisogno di passaggio»
L’ipotesi di nuove aree a traffico limitato preoccupano i commercianti. È quanto emerso nel corso dell’assemblea di Confesercenti. Gli associati hanno confermato alla presidenza Federico Tibaldo, che sulle necessità della categoria chiama in causa l’amministrazione. «Il Comune deve comprendere che i negozi hanno bisogno di passaggio. La chiusura di via Claudia Augusta per noi è ancora una ferita aperta. Si investa su cultura e arredo urbano».
La deregulation di BOLZANO orari e licenze ha messo in ginocchio il commercio, di qualsiasi dimensione. Se lo Stato non arriva in tempo allora è il Comune a dover venire incontro ai negozi di vicinato in difficoltà. La direzione segnata dall’assemblea di Confesercenti Alto Adige, che ieri ha rinnovato le cariche, è chiara: aiutare i commercianti anche a livello politico.
Alla presidenza è stato confermato Federico Tibaldo che chiama subito in causa l’amministrazione più vicina. «Il Comune deve comprendere che i negozi hanno bisogno di passaggio. Sono necessari, quindi, investimenti sull’arredo urbano, sulla cultura ma anche sulle feste e sui mercati». La scelta di dimezzare i permessi per i concerti al bar Romagnolo in piazza Matteotti (poi ritrattata) sembra andare in un’altra direzione. «È un peccato perché ci vorrebbe più tolleranza per i pubblici esercizi. Un concerto aumenta l’affluenza delle persone e questo garantisce sempre più sicurezza. Il fenomeno va valutato nel suo insieme e il Comune ha il dovere di farlo». La spada di Damocle, invece, si chiama viabilità. «Non nascondo che temiamo interventi che possano danneggiare seriamente i piccoli negozi. Quanto accaduto ad Oltrisarco con la chiusura di via Claudia Augusta è ancora una ferita aperta».
Particolarmente attuale e stringente, invece, la vicenda legata ai buoni pasto. «Va trovata una soluzione urgente e qui le amministrazioni hanno una responsabilità diretta. Per i locali i ritardi nel pagamento delle fatture e le commissioni alle stelle sono insostenibili». Nel frattempo Bolzano è ambita dai costruttori di centri commerciali: c’è voglia è di moltiplicare l’offerta a fronte di una domanda che è sempre la stessa. «A noi spetta trovare delle contromisure nel campo delle idee. Stiamo sviluppando uno specifico progetto che possa valorizzare la gastronomia italiana nei quartieri periferici. Il cibo nostrano come chiave per rilanciare i rioni: certe prelibatezze è difficile trovarle in un megastore».
Le partite più complicate, tuttavia, si giocheranno in campo nazionale con riflessi diretti sulla nostra realtà. La più imminente riguarda le nuove norme sulla privacy in arrivo a maggio. «Anche un semplice indirizzo diventerà dato sensibile — le parole di Tibaldo — e questo restituisce la misura del carico burocratico di questa novità».
C’è, inoltre, la fatturazione elettronica. «Ci saranno delle difficoltà all’inizio — interviene il direttore di Confesercenti Mirco Benetello — ma quando entrerà a regime questa novità ci troveremo davanti ad una rivoluzione epocale. Entreranno in difficoltà molti rapporti umani: molto spesso consegnare una fattura era anche un modo per mantenere un contatto. Dovremmo essere bravi ad affrontare questo cambiamento». La proposta più forte, infine, arriva proprio in ambito nazionale. «La liberalizzazione di orari e licenze — chiude Tibaldo — ha messo in ginocchio molti piccoli negozi mietendo vittime pure nella grande distribuzione. La deregulation ha creato dei danni e bisognerebbe subito mettere in atto una moratorio di almeno cinque anni del Decreto Monti. Fermiamoci a pensare, poi vediamo con quali regola ripartire».
La strategia «Vogliamo trovare contromisure nel campo delle idee a livello di quartieri»