Incendio distrugge agritur ecologico Era in costruzione: l’ombra del dolo
Disperato il proprietario Paolo Perlot: «È davvero dura, ma vado avanti» Il sindaco: un dramma. A luglio la lettera del Wwf. L’allarme nella notte
Il progetto La struttura ecosostenibile doveva essere pronta per settembre
Una perla del turismo ecosostenibile, poteva diventare uno dei grandi punti di riferimento per gli appassionati del biologico. I presupposti c’erano tutti: un agritur sostenibile, senza neppure riscaldamento, costruito secondo le più moderne tecnologie del risparmio energetico e di ingegneria naturalistica, con spazi dedicati alle attività didattiche e una parte riservata alla sede dell’azienda che da anni si distingue nella coltivazione del biologico a Fai della Paganella. Poteva essere un fiore all’occhiello per il paese. «È un dramma, poteva diventare un polo attrattivo per il turismo» spiega, amareggiato, il sindaco Gabriele Tonidandel. Invece è andato tutto distrutto da un furioso incendio divampato nel cuore della notte.
Il fuoco ha divorato tutto, è rimasto in piedi solo lo scheletro della struttura. Un disastro, un danno enorme, non solo economico, per il proprietario, Paolo Perlot, noto agricoltore biologico della zona. In quel progetto Perlot aveva messo tutto se stesso, l’edificio doveva essere pronto per settembre-ottobre, e ora dovrà ricominciare daccapo. Ma quello che fa più male è il sospetto che dietro a tutto questo ci sia la mano di un piromane. Qualcosa di più di un sospetto.
Al momento non sono state trovate tracce di benzina o acceleranti, i vigili del fuoco del corpo permanente e i colleghi dei volontari dell’Unione distretto di Mezzolombardo sono al lavoro, ma tutto fa pensare alla mano di un piromane. Nell’edificio, di fatto ancora un cantiere, non c’era neppure l’impianto elettrico, quindi è difficile ipotizzare una causa accidentale. I carabinieri della compagnia di Cles hanno avviato indagini e hanno subito avvertito il pm di turno Carmine Russo, che aprirà un fascicolo per far chiarezza sull’origini dell’incendio. «Non ho ricevuto minacce, o intimidazioni. È accaduto, ma in passato, 30 anni fa quando facevo politica, ma parliamo del medioevo. Non mi spiego il perché di tutto questo». Paolo Perlot è disperato . Ma è un uomo forte e determinato. «In questo momento è davvero dura, ma voglio andare avanti, speriamo di resistere» dice. Perlot pensa ad un’azione, forse, dettata da invidia. Proprio l’estate scorsa il suo progetto di agriturismo ecologico, che doveva sorgere in località Dossi, in una zona pregiata da un punto di vista ambientale di Fai della Paganella, era finito nel mirino del Centro educazione ambientale marino (Ceam) e del Wwf nazionale che avevano inviato una lettera al Comune e alla Comunità della Paganella. Gli ambientalisti avevano chiesto verifiche per chiarire se era tutto in regola. «Il Wwf era intervenuto perché sicuramente qualcuno l’aveva imbeccato» sbotta Perlot. «Spero che almeno vengano presi» continua. I danni sono ingentissimi e Perlot non sa ancora quanto l’assicurazione potrà coprire. La struttura esterna era quasi finita. «Mancavano gli intonaci, poi l’interno — chiarisce — il fuoco ha distrutto quasi totalmente la struttura».
Erano le tre del mattino quando si è scatenato l’inferno a Fai. Le lingue di fuoco che hanno rischiarato il cielo notturno sono state notate da alcuni residenti che hanno subito lanciato l’allarme. Decine di vigili del fuoco volontari dei corpi di Fai, Andalo, Cavedago, Molveno e Spormaggiore, poi raggiunti dai colleghi dei permanenti, hanno lavorato senza sosta fino in tarda mattinata, ma neppure l’intervento tempestivo è bastato a salvare l’agritur. «Quando mi hanno chiamato questa notte mi sono catapultato — spiega Perlot — ma ormai c’era ben poco da fare». Ieri i vigili del fuoco, i periti dei permanenti e i carabinieri erano di nuovo ai Dossi di Fai per effettuare ulteriori rilievi e cercare elementi utili alle indagini. «È un vero dramma» commenta, dispiaciuto, il sindaco.