SERBATOIO CARICO DI SOSPETTI
Apartire dal 2019 la Provincia autonoma di Bolzano vincolerà le prestazioni sociali non essenziali — si tratta per esempio dell’assegno familiare o del sussidio casa — alla volontà di integrazione dei migranti. In pratica ciò che prima poteva apparire come automatico, rientrando così nell’attribuzione di un diritto rivendicabile da qualsiasi cittadino autoctono o straniero, adesso assume la fisionomia di un premio, di un favore elargito in cambio di qualcosa. Nel dettaglio, i criteri per accedere a tali prestazioni saranno l’apprendimento di almeno una delle due lingue maggiori che si parlano in Alto Adige (il ladino non viene mai preso in considerazione), la frequentazione di corsi di integrazione e il rispetto dell’obbligo scolastico.
C’era proprio bisogno adesso di dare questa stretta, di rendere quindi l’accesso alle prestazioni sociali supplementari più difficoltoso da parte dei cittadini stranieri? Non ci sono dubbi che la conoscenza della lingua e l’obbligo scolastico siano presupposti indispensabili al processo di proficua integrazione (e nel caso del secondo la legislazione vigente non ha certo bisogno di essere sottolineata con provvedimenti selettivi), ma sul nostro territorio già vivono e lavorano moltissime persone in grado di farsi capire sia in italiano sia in tedesco, i cui figli siedono nei banchi scolastici stupendo spesso gli insegnanti per la velocità dei loro progressi.
Apartire dal 2019 la Provincia autonoma di Bolzano vincolerà le prestazioni sociali non essenziali — si tratta per esempio dell’assegno familiare o del sussidio casa — alla volontà di integrazione dei migranti. In pratica ciò che prima poteva apparire come automatico, rientrando così nell’attribuzione di un diritto rivendicabile da qualsiasi cittadino autoctono o straniero, adesso assume la fisionomia di un premio, di un favore elargito in cambio di qualcosa. Nel dettaglio, i criteri per accedere a tali prestazioni saranno l’apprendimento di almeno una delle due lingue maggiori che si parlano in Alto Adige (il ladino non viene mai preso in considerazione), la frequentazione di corsi di integrazione e il rispetto dell’obbligo scolastico.
C’era proprio bisogno adesso di dare questa stretta, di rendere quindi l’accesso alle prestazioni sociali supplementari più difficoltoso da parte dei cittadini stranieri? Non ci sono dubbi che la conoscenza della lingua e l’obbligo scolastico siano presupposti indispensabili al processo di proficua integrazione (e nel caso del secondo la legislazione vigente non ha certo bisogno di essere sottolineata con provvedimenti selettivi), ma sul nostro territorio già vivono e lavorano moltissime persone in grado di farsi capire sia in italiano sia in tedesco, i cui figli siedono nei banchi scolastici stupendo spesso gli insegnanti per la velocità dei loro progressi.