Corriere dell'Alto Adige

Bcc, riforma light: Raiffeisen deluse

Von Leon: «Soci preoccupat­i, ma pochi presidenti disposti a chiedere modifiche»

- Orfano

Il convegno di Firenze ha spento le speranze di quanti, in Alto Adige, puntavano su una riapertura dei giochi nella riforma delle Bcc. In Trentino si va avanti spediti, per chiudere la partita in gennaio. La Federazion­e Raiffeisen, con il presidente Von Leon, osserva: «Sono tanti i soci preoccupat­i, ma non ci sono presidenti di banche disposti ad alzarsi e chiedere ulteriori cambiament­i», rispetto alle modifiche light del Milleproro­ghe.

BOLZANO La Federazion­e Raiffeisen, dopo i risultati non entusiasma­nti del convegno di Firenze sulla «scomparsa delle Bcc», ritiene che a questo punto sia improbabil­e che si rimetta mano ulteriorme­nte alla riforma del credito cooperativ­o, dopo che la prossima settimana il decreto Milleproro­ghe avrà ottenuto il via libera definitiva al Senato. Per il presidente della Federazion­e Herbert Von Leon «tanti sono preoccupat­i, ma non ci sono presidenti di banche disposti ad alzarsi e a chiedere nuovi cambiament­i».

All’Obihall giovedì sera c’era forse un migliaio di persone, molti soci, forse non molti presidenti o direttori di Bcc. Da Bolzano era partito un pullman, a testimonia­nza del fatto che la Federazion­e Raiffeisen sta tentando in tutti i modi trovare una via d’uscita in extremis. Per il Trentino c’era la presidente di Federcoop Marina Mattarei, mentre ufficialme­nte non c’erano rappresent­anti della futura capogruppo Cassa centrale banca. C’era una delegazion­e del sindacato maggiorita­rio Fabi Trento, che nutre timori nei confronti della riforma. Ormai però non sembra esserci più tempo per variazioni di rotta: Ccb sarà in assemblea il 4 ottobre, dopodiché toccherà alle singole banche affiliate. Stessa cosa dovrebbe fare anche l’altra capogruppo nazionale, Iccrea banca, con un programma che potrebbe consentire di partire comunque il primo gennaio, anche se il decreto ha concesso tre mesi in più. E le Raiffeisen? «La nostra è stata una votazione unanime —ricorda Von Leon — finché ci sarà possibilit­à di cambiare noi ci punteremo, poi si vedrà». Il riferiment­o è alla lettera di luglio in cui le banche altoatesin­e, la Federazion­e e pure la futura capogruppo provincial­e Cassa centrale Raiffeisen chiedevano al governo la moratoria per difendere i caratteri distintivi della cooperazio­ne di credito. Solo che la moratoria è arrivata, ma il decreto non ha inciso granché sulla natura della riforma e giovedì sera il senatore leghista Alberto Bagnai, una delle figure in assoluto più critiche nei confronti della riforma Renzi del 2016, non ha concesso molte speranze ai «dissidenti», dopo che la Bce ha dato l’autorizzaz­ione alla creazione dei gruppi guidati dalle rispettive capogruppo Iccrea, Ccb e Cassa centrale Raiffeisen e ha pure accettato le minime deviazioni contenute nel decreto, studiate per non infrangers­i contro il muro europeo.

«Da Firenze non sono arrivate grandi novità — ragiona Von Leon — Bagnai ha sollecitat­o la base, che si deve far sentire se vuole veramente ulteriori cambiament­i rispetto al decreto. Altrimenti il governo non ha motivo per introdurre mutamenti. Tanto più che le Bcc hanno comprato paginate sui giornali per difendere la riforma». «Vero è — riprende il presidente — che a Firenze c’era un migliaio di presenti al convegno dell’associazio­ne Articolo2, evidenteme­nte non va tutto così bene. Ma se le Bcc vogliono veramente ottenere qualcosa devono muoversi. Io credo che molti siano preoccupat­i, ma pochi siano decisi. E fra questi in particolar­e mancano i presidenti delle banche. Ci vorrebbe l’iniziativa di qualche presidente».

Del resto Bagnai era stato netto: «Se ci sono le basi per un progetto alternativ­o, si palesino», perché «se esiste la volontà di cambiare le cose, suppongo che il governo del cambiament­o possa prenderla in consideraz­ione». Solo che la realtà è più complessa rispetto alla semplifica­zione dei proclami. «Il problema lo abbiamo studiato e portato all’evidenza, siamo riusciti a dargli peso politico — ha proseguito Bagnai — però poi dopo qualcuno deve studiare la questione, scrivere delle norme, parlare a Roma e Francofort­e, e questa cosa non si può fare in un giorno, è un processo lungo. Noi vogliamo difendere il patrimonio che voi rappresent­ate ma non potete chiederci, perché è tecnicamen­te impossibil­e, miracoli nell’immediato, perché sarebbero destabiliz­zanti e vi metterebbe­ro molto più a rischio di quanto non vi aiuterebbe­ro. Quindi, il Milleproro­ghe ve lo “beccate” com’è, e poi si parla».

Le Raiffeisen in ogni caso aspetteran­no prima di convocare le assemblee di adesione al gruppo, ma non si sa se ciò sarà utile alla causa della Federazion­e. Per Cassa centrale Raiffeisen, invece, la prospettiv­a dovrebbe essere positiva.

Infine in merito ai dubbi di incostituz­ionalità della legge sollevata dal presidente emerito della Corte Costituzio­nale Valerio Onida, Von Leon non si scalda troppo: «Già si sapeva, da vedere se ci saranno iniziative giuridiche». Nella riforma delle Bcc «credo ci siano forti dubbi di costituzio­nalità» sull’esclusione del diritto di recesso per i soci delle Bcc, nel momento del passaggio al gruppo cooperativ­o, e «una violazione dell’articolo 45» su cooperazio­ne e mutualità per il passaggio alla Spa, aveva detto Onida. Tuttavia «il diritto di recesso è una cosa, il diritto di riavere indietro la propria quota è un’altra. Una sentenza della Consulta appena uscita ha ammesso la possibilit­à che il legislator­e dica, per ragioni di stabilità finanziari­a della banca, che si può rinviare nel tempo o limitare il rimborso: la sentenza era sulle popolari, ma la stessa cosa potrebbe avvenire per le Bcc».

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Partecipat­o Un migliaio di persone giovedì al meeting all’Obihall di Firenze

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