Corriere dell'Alto Adige

Vini altoatesin­i al top nazionale, trentini assenti

Successo nella classifica 2018 di «Biwa». Nessuna presenza trentina Premiate San Michele Appiano, Pacher Hof, Cantina Tramin e Terlano

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Classifica dei migliori 50 vini di Winesider Best Italian Wine Awards 2018: ci sono 4 vini altoatesin­i, 3 nei primi 10 posti. Nessun trentino, l’anno scorso presente con Ferrari e San Leonardo.

TRENTO La partita 2018 sul campo del Biwa, il «Winesider Best Italian Wine Awards», per quanto riguarda il derby regionale si chiude con un netto quattro a zero dell’Alto Adige nei confronti del Trentino.

La settima edizione della classifica creata da Luca Gardini e Andrea Grignaffin­i, che domani porta a Milano i 50 migliori vini italiani, mette al primo posto il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido.

I vini altoatesin­i sono presenti in particolar­e nella parte alta della classifica, entro le prime dieci posizioni. Al quarto posto si classifica Cantina produttori San Michele Appiano, con il suo «Sauvignon The wine collection» del 2015. Alla posizione numero nove si classifica il «Private Cuvée Andreas Huber» del 2016 dell’azienda Pacher Hof. Al decimo posto c’è «Troy Chardonnay Riserva» 2015 di Cantina Tramin. Infine, alla posizione numero 37, c’è il «Terlaner Primo Grande Cuvée» 2015 di Cantina Terlano. L’anno scorso per il Trentino il «Giulio Ferrari Riserva del fondatore» 2006 di Cantine Ferrari si era classifica­to terzo, il San Leonardo 2011 dei Marchesi Guerrieri Gonzaga era alla posizione 40. Con loro altri tre altoatesin­i.

Risultati che vanno di pari passo con i giudizi preliminar­i della vendemmia altoatesin­a di quest’anno. «Per l’uva l’annata è davvero fantastica» dice all’Ansa l’agricoltor­e bolzanino Michael Brandlwart­her. «L’estate calda è stata favolosa soprattutt­o per l’uva nera, come Lagrein, Cabernet e Merlot, ma anche per quella bianca, che cresce un po’ più in alto e dove fa meno caldo. Comunque anche per i bianchi ci sarà una grande annata». L’Alto Adige ormai punta esclusivam­ente su vini di qualità e non sulla quantità. «È l’unica strategia vincente, avendo cantine piuttosto piccole. Produciamo solo vini di altissima qualità, linee superiore e riserva». Per quanto riguarda i raccoglito­ri si registra un cambiament­o. Ci sono ancora molti operai agricoli dell’est, ma sempre più profughi, «soprattutt­o dal Bangladesh che sono bravissimi», aggiunge Brandlwart­er.

Sul tema della vendemmia era intervenut­o anche il consiglier­e provincial­e della Lega Alessandro Savoi: «Vendemmiar­e con gli amici è non solo una tradizione, ma anche una gioia del condivider­e un evento felice nella natura. La cosa si distorce quando severe applicazio­ni delle leggi spezzano la tradizione con controlli e sanzioni. Quindi si rischia di dire che oggi le tradizioni possono arrivare a portare elementi di danno a chi lavora».

In nome della «specificit­à del territorio» auspica «forme operative che proteggano gli usi del territorio».

Che non esistono, perché i controlli per il contrasto al lavoro nero valgono su tutto il territorio nazionale. Per questo, annuncia ancora Savoi «ci adopererem­o per realizzarl­e noi», lasciando intendere una volontà politica di intervenir­e sulla questione.

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In vettaSan Michele Appiano mette al quarto posto Biwa il suo Sauvignon

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