Corriere dell'Alto Adige

Famiglia materna, aiutate in mille

Progetti per donne in difficoltà, 156 reinserite a lavoro

- Chiara Marsilli

TRENTO Circa 960 persone aiutate nel solo 2017, di cui il 60% provenient­e da situazioni di violenza conclamata e il resto da condizioni di precarietà. Ma anche 156 donne reinserite nel mondo del lavoro attraverso il progetto Le Formichine, sviluppato tra Rovereto, Trento e l’Alto Garda. E ancora, 104 uomini maltrattan­ti inseriti nel progetto «Cambiament­o», ideato per accompagna­re uomini autori di violenza in un percorso di autoconsap­evolezza e metamorfos­i. Sono questi i meritevoli numeri di Famiglia Materna, realtà roveretana che da quasi 100 anni accoglie donne in difficoltà e i loro figli. Cinque anni fa è stato istituito, in collaboraz­ione con Punto d’Approdo, il fondo «La violenza non è un destino», destinato a interventi a sostegno di donne che hanno già intrapreso il processo di emancipazi­one. Ottomila gli euro raccolti nel 2017, che sono serviti per aiutare 8 donne: cambiare la serratura della porta per evitare il ritorno di un uomo violento o acquistare una macchina di seconda mano per andare al lavoro. Nel 2017 ben 5.000 euro provenivan­o da una generosa donazione di Wirun, associazio­ne organizzat­rice della corsa contro la violenza sulle donne che da 5 anni si tiene a Trento il 25 novembre. La presidente Laura Salvetti ha voluto confermare il suo appoggio al fondo anche quest’anno: «Tutto ciò che riusciremo a raccoglier­e, al netto delle spese di organizzaz­ione, andrà al fondo». I biglietti per la corsa, di cinque chilometri e non competitiv­a, saranno in vendita online a partire dal 15 ottobre. Per accedere al fondo, a cui fanno riferiment­o sette realtà — le due fondanti insieme a Alfid, Casa Rifugio, Centro Antiviolen­za Trento, Casa d’accoglienz­a Padre Angelo e Casa della Giovane — è sufficient­e che la singola associazio­ne presenti ufficiale richiesta a nome della donna che ne ha necessità.

L’altro sostegno Sono 104 gli uomini maltrattan­ti inseriti nel progetto «Cambiament­o»

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