Vitalizi dei consiglieri, le prime scintille su chi è «parte civile»
La giudice Scheidle respinge invece la richiesta del Comitato: si è costituito dopo la vicenda
È iniziato a Bolzano il processo sui vitalizi dei consiglieri regionali: imputati l’ex presidente dell’assemblea Rosa Thaler (Svp) e l’ex presidente di Pensplan Gottfried Tappeiner. Sotto la lente 96 milioni di vitalizi anticipati a 130 consiglieri. Prime scintille sulle costituzioni a parte civile: ammessa quella di Filippo Degasperi (M5S), comitato «out».
BOLZANO Le richieste di costituzione di parte civile hanno monopolizzato, ieri mattina in tribunale a Bolzano, la prima udienza del processo penale sulla vicenda dei vitalizi ai consiglieri regionali. Gli imputati sono Rosa Maria Zelger Thaler, ex presidente del consiglio regionale, e Gottfried Tappeiner, ex presidente di Pensplan, accusati di abuso d’ufficio e truffa aggravata in concorso, a danno della Regione Trentino - Alto Adige, che aveva erogato 96 milioni di euro di vitalizi anticipati a 130 consiglieri.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Markus Mayr, sarebbero stati adottati dei parametri su cui calcolare i vitalizi, giudicati troppo favorevoli, con una presunta aspettativa di vita vicina ai 90 anni, e con tassi bassi, creando quindi un ingiusto danno alle casse della Regione. Ieri però non si è entrati nel merito dell’accusa. La prima udienza, davanti alla giudice Carla Scheidle, è stata infatti assorbita dalle costituzioni di parte civile. La giudice, al riguardo, ha accolto la richiesta del consigliere regionale Filippo Degasperi, candidato del Movimento Cinque Stelle alla presidenza della Provincia di Trento. «Sui vitalizi la battaglia va avanti, ma a difendere i diritti dei cittadini è rimasto solo il Movimento 5 Stelle — afferma il consigliere pentastellato — Siamo infatti stati riconosciuti parte civile nel processo sullo scandalo degli anticipi sui vitalizi. Dove erano, invece, la Regione e il consiglio regionale, che sarebbero gli enti danneggiati? Non si sono visti né hanno chiesto di costituirsi parte civile. L’aspetto positivo di questa udienza è quella di essere stato ammesso come parte civile, mentre l’aspetto negativo è rappresentato dalla latitanza del consiglio regionale. Il M5S sopperisce quindi a chi dovrebbe tutelare l’onorabilità e la dignità della nostra autonomia ma lo fa solo a parole». Degasperi è stato ammesso, in quanto era consigliere quando emerse pubblicamente lo scandalo dei vitalizi d’oro nel 2014. In realtà la legge era precedente, quando Degasperi non era ancora stato eletto, ma la giudice lo ha ammesso in base al principio per cui è ammesso come parte civile anche chi subisce un presunto danno nel momento in cui una vicenda diventa di pubblico dominio, come in questo caso. Si sono detti contrari alla costituzione di parte civile, invece, gli avvocati difensori di Rosa Thaler, cioè Beniamino Migliucci e Paolo Fava: «Il M5S non è stato danneggiato da questa vicenda — commenta Migliucci — anzi ne ha approfittato, visto che ha inserito questo tema in campagna elettorale». Secondo Fava «il consigliere Degasperi non può aver subito un danno d’immagine perché all’epoca non era consigliere». Tappeiner è invece difeso dagli avvocati Carlo Bertacchi e Fabrizio Francia. La giudice Scheidle non ha invece ammesso come parte civile il «Comitato cittadino a 5 stelle anti vitalizi», rappresentato dal portavoce Cristiano Zanella, in quanto si è costituito dopo la vicenda. Il comitato rappresenta circa mille cittadini che hanno firmato la petizione lanciata dal Comitato, sia cartacea che via web, per chiedere come risarcimento la cifra di 10 milioni di euro. «A partire dal 2016, e quindi probabilmente proprio in seguito alla erogazione degli anticipi dei vitalizi, la Regione ha sospeso il trasferimento annuale di circa 12 milioni di euro al Comune di Trento per attività socio assistenziali» osserva il Comitato.
Anche il consigliere altoatesino Paul Köllensperger (ex M5S) ha assistito all’udienza: «Sono molto stupito dalla mancata costituzione di parte civile della Regione» commenta il consigliere, che ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione per chiedere se i consiglieri Widmann, Stirner, Pöder e Urzì abbiano restituito le loro quote nel fondo regionale Family Fonds.
Soddisfazione Il consigliere trentino: «Bisogna difendere l’onorabilità e la dignità dell’autonomia»
Assenti La Regione ed il consiglio non si sono invece presentati