Corriere dell'Alto Adige

LE OTTIME SPONDE DI SALVINI

- Di Toni Visentini

Dentro la Svp l’unica ad aver avuto il coraggio di dire apertament­e che Matteo Salvini proprio non le piace è stata la senatrice Julia Unterberge­r. Non le piace per quel che dice e per come lo dice; non le piace per le idee che ha e per il modo in cui le fa valere. Per il resto nel partito tutti restano invece ben coperti. Anzi sono attenti, ammiccanti e fiduciosi nella convinzion­e che devono tenersi buono l’uomo più potente d’Italia e che ha ottime sponde pure a Vienna. Salvini appare poi soprattutt­o come l’unico politico italiano che al momento possa tirarli fuori dai guai dopo la nettissima presa di posizione del ministro e degli Esteri Moavero proprio sulla questione del doppio passaporto, un vicenda che ha gravemente minato il clima di reciproca fiducia tra i due Stati. Con leader politici responsabi­li, muniti di normale buon senso e di un po’ di coraggio, alla Svp avrebbero dovuto capire da tempo che la richiesta di doppio passaporto portava diritta in un cul de sac, creando tensioni di cui nessuno dovrebbe sentire il bisogno neanche per basse ragioni elettorali­stiche. Quella del doppio passaporto è infatti una richiesta che ha provocato, e continua a farlo, solo danni e niente ha a che vedere con il tanto decantato «spirito europeo» con cui Achammer e Kompatsche­r continuano imperterri­ti a mascherare la negatività lampante della loro idea. Per cui ora si punta su Salvini per salvare il salvabile.

Ecercare di riportare un minimo di calma, una sorta di tregua, tra Roma e Vienna. Pensano inoltre anche di poter trarre nuovi vantaggi: non solo la possibilit­à di formare un nuova giunta dopo le elezioni del 21 ottobre, rimettendo in piedi buoni rapporti con il governo. Ma poi - secondo lo stile del partito non abituato a sentirsi dire dei no chiari e soprattutt­o definitivi - già studiano la possibilit­à di insistere e tornare alla carica. E vedono in arrivo nuove competenze e altri grandi passi avanti verso la cosiddetta autonomia integrale, qualsiasi cosa si voglia intendere con un simile termine. Il tutto senza rinunciare ovviamente alla richiesta del doppio passaporto. Poi si vedrà, senza porre limiti a desideri e sogni in questa fase della storia europea in cui la memoria storica pare scomparsa e tutto sembra potere cambiare venendo rovesciato nel giro di poco tempo.

Dopo l’arrivo di Kurz per avviare la campagna elettorale della Svp, a Bolzano si aspetta ora quello del suo vice Strache per tirare la volata ai Freiheitli­chen dando così anche visivament­e l’idea di come ormai pure le nostre elezioni siano diventate materia di competenza austriaca. E c’è da giurare che pure la visita di Strache alimenterà nuove e più gravi polemiche.

Al centro di tale evoluzione politica resta così soprattutt­o Matteo Salvini. Lui e il suo partito sulle questioni altoatesin­e sono andati avanti sempre nel senso della più assoluta ambiguità: da una parte autonomist­i e federalist­i ma anche secessioni­sti e indipenden­tisti, amici di Eva Klotz ma pure del Durnwalder dei tempi migliori. E sul doppio passaporto la sceneggiat­ura è stata la medesima. Il governo giallo-verde lo ha dichiarata­mente bocciato. Ma Salvini dall’Austria - dove si trovava solo pochi giorni fa come ministro degli Interni per incontri Ue - è stato più che possibilis­ta usando la consueta ambiguità. Prima un quasi sì per accontenta­re Strache Kurz e la Svp atteggiand­osi a leader continenta­le, assicurand­o che sul doppio passaporto un’intesa comunque si troverà. Poi un quasi no per non danneggiar­e troppo la campagna elettore del suo partito a Bolzano dove il leader locale Bessone adesso giura che i leghisti sono “assolutame­nte contrari”.

Il tutto mentre il partito in passato aveva già stipulato intese con i Freiheilic­hen pure per sostenere l’autodeterm­inazione(Selbstbest­im mung). Quindi, in un momento in cui in politica si può impunement­e dire tutto e il contrario di tutto, negando oggi quello su cui si era giurato sino a ieri, la Svp e Vienna ma pure Klotz e Leitner - non trovano di meglio che puntare le loro carte su Salvini. Ci aspetta un futuro alquanto nebuloso

Svolta controvers­a

Tutto e il contrario di tutto: in passato il Carroccio era con i Freiheitli­chen «per l’autodeterm­inazione»

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