Corriere dell'Alto Adige

Una bomba carta anti-Salvini

Trentino, assalto alla sede del Carroccio. Ministro oggi in città: prima il folk, poi l’hockey

- Roat, Giovannini

Attentato nella sede della Lega di Ala: la scorsa notte, a poche ore dall’arrivo in Trentino del leader del Carroccio Matteo Salvini, è esplosa una bomba carta che ha danneggiat­o i locali. Non ci sono feriti. La Procura ha aperto un’indagine: per tutta la giornata si sono susseguite voci, smentite, di due fermati. L’attenzione è comunque concentrat­a sull’area anarchica. «Bombe e violenza non ci fermeranno» è stata la replica del vicepremie­r. Che ha avvisato: «Daremo un’occhiata in quei centri sociali ritrovo di tossici e sbandati».

«Abbiamo pensato si TRENTO trattasse di un incendio». C’è paura, ma soprattutt­o sconcerto negli occhi degli abitanti di Ala. A poche ore dalla violenta esplosione che ha mandato in frantumi la vetrata della porta d’ingresso della sede della Lega di Ala, in via Nuova, nel giorno dell’inizio del tour pre elettorale del viceminist­ro Matteo Salvini (atteso proprio ad Ala in serata per il comizio finale), c’è un via vai di curiosi e residenti.

Osservano i militati del Carroccio impegnati nelle pulizie, ci sono vetri per terra, la testimonia­nza dell’atto dimostrati­vo della scorsa notte. Non c’è firma, se non una celebre frase scritta con lo spray di colore nero sull’asfalto che rievoca un canto della Resistenza: «Ancora fischia il vento». Ma il pensiero di tutti, non solo quello di Salvini che lo dice apertament­e, va agli anarchici, a quella frangia agguerrita di giovani, e non più tali, del gruppo insurrezio­nalista che da tempo tiene sotto scacco il Trentino con attentati alle auto delle Poste, a banche e tralicci. L’incendio del ripetitore Wind a Volano, dello scorso agosto, è solo l’ultimo episodio.

Erano le 2.30 circa quando il violento botto è riecheggia­to squarciand­o il silenzio notturno del paese alense. Pochi minuti dopo la via è stata illuminata a giorno dai lampeggian­ti dei carabinier­i della compagnia di Rovereto, subito raggiunti dai colleghi del reparto operativo di Trento. Davanti alla sede della Lega c’erano le camionette dei vigili del fuoco, gli investigat­ori del reparto investigaz­ioni scientific­he dell’Arma che hanno effettuato i rilievi. Si raccolgono i pezzi rimasti dopo l’esplosione di quello che sembra un ordigno rudimental­e, una bomba carta, forse realizzata con grossi petardi. I carabinier­i insieme ai colleghi della Digos della polizia, nelle indagini sarebbero impegnati anche i militari del Ros, si mettono subito al lavoro, passano al setaccio le telecamere, raccolgono le testimonia­nze. Qualcuno racconta che venerdì c’era un gruppo di anarchici che girava tra le vie di Ala, si sarebbero fermati anche in alcuni bar, ma gli investigat­ori al momento non avrebbero trovato riscontri. In tarda mattinata si diffonde la notizia del fermo di due dissidenti. Un tam tam di messaggi, dichiarazi­oni di politici smentite e presunte conferme, poi arriva la versione ufficiale del procurator­e di Trento, Sandro Raimondi che è categorico: «Non c’è nessuna persona identifica­ta, denunciata o fermata». Insomma si ricomincia daccapo, le indagini sono in corso, sarà la Dda ad occuparsi del caso, la Procura di Rovereto ha inviato tuti gli atti ai colleghi di Trento, il fascicolo potrebbe arrivare nelle mani del pm Davide Ognibene che si sta già occupando di altre indagini sull’area anarchica.

La Procura di Trento ha aperto un’indagine a carico di ignoti, gli inquirenti ipotizzano la violazione della legge sulle armi (legge 895 del ‘67) e il reato di danneggiam­ento con l’aggravante della finalità di terrorismo ed eversione.

Ipotesi al momento al vaglio della magistratu­ra, ma il riserbo da parte degli investigat­ori è massimo. «Si indaga a 360 gradi» dicono. «Gli anarchici sono solo un’ipotesi».

La bomba carta, se quello era l’intento, non ha comunque fermato Salvini. Ieri pomeriggio con un fuori programma il vice premier è arrivato ad Ala a sorpresa prima di iniziare il suo tour in Trentino. Il sottosegre­tario alla Salute, nonché candidato governator­e per la Provincia di Trento, Maurizio Fugatti si dice dispiaciut­o per quanto accaduto. «L’esplosione ha divelto la porta, ci sono danni, ma quello che più ci dispiace è lo spavento che hanno subito gli abitanti. Un’esplosione nel cuore della notte fa paura. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine». Usa toni più duri il segretario della Lega Nord, Mirko Bisesti: «Per fortuna all’interno della sede non c’era nessuno e nessuno è rimasto ferito. È un atto vile, fatto da vigliacchi».

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(Rensi-Nardelli) Bagno di folla Matteo Salvini durante il comizio ad Aldeno
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Il sopralluog­o La deputata Vanessa Cattoi parla con i carabinier­i
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In frantumi La vetrata della sede
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