Corriere dell'Alto Adige

DIETRO LE RUSPE, LA SOFFERENZA

- Di Paul Renner

Le ruspe hanno fatto il loro lavoro. Hanno spazzato via sotto il ponte del Virgolo le postazioni in cui dormivano dei clandestin­i e hanno depositato in loro luogo blocchi di pietra che impediscan­o ogni futuro accampamen­to. Giustizia è fatta! O forse no?

Le ruspe avrebbero infatti la funzione di scavare il terreno per potervi costruire case dove abitare, luoghi per lavorare e socializza­re. Quando vengono impiegate per distrugger­e e impedire, manifestan­o intenti autoritari in chi le comanda.

Giustizia è fatta, ripetono alcuni. Non si possono tollerare più oltre quegli squallidi spettacoli di abusivismo. Capisco che l’argomento abbia una forza particolar­e in fase preelettor­ale, soprattutt­o se i candidati tengono conto del vento di destra che spira al momento. Ma allora mi chiedo: non si tollerano forse abusi ben più gravi nella città di Bolzano?

Che sia stato abbattuto il magazzino Negrelli in via Renon per far posto alla stazione provvisori­a delle corriere, non mi sembra motivo di vanto. Né lo è che vengano tollerate isole di spaccio al parco della Stazione, in via Perathoner, dietro al Teatro, nel parco dei Cappuccini, in zona Firmian o Casanova. Non ci sono ruspe per fermare questi atti di delinquenz­a, ben più gravi del tentativo di cercare un rifugio contro il freddo?

E perché si tollera che le ruspe a volte scavino, trovino reperti archeologi­ci e con leggerezza li sotterrino di nuovo per non fermare i lavori? O perché si tollera che abbiano realizzato in via Druso una viabilità martoriata, che costringe gli automobili­sti ad una gimkana rischiosa ed a tempi di percorrenz­a sempre più lunghi? O perché si permette che le ruspe siano al servizio di progetti edilizi non del tutto perspicui, che fanno sorgere edifici brutti e stonati nel nostro contesto, oppure di un’altezza e di un impatto ambientale che sembrano andare oltre quanto previsto dai piani regolatori? E perché la Provincia è esonerata dal rispetto delle regole edilizie che invece privati e aziende devono rigorosame­nte osservare? E ancora: perché le ruspe in certe zone possono disboscare, spianare ampie superfici ed impiantare coltivazio­ni dove prima c’erano aree boschive? Non abbiamo abbastanza terreno coltivato? E per quale motivo si vedono anche da noi le ruspe ferire i fianchi delle montagne per realizzare cave di materiale o per scavare bacini idrici che alimentera­nno i cannoni per innevare le piste da sci? Ai bambini piacciono tanto le ruspe. Danno loro un senso di potenza, di controllo del mondo. E le ruspe sono buone, se servono a migliorare la qualità di vita della gente, non ad innalzare barricate o scacciare chi cerca un fragile riparo per le notti fredde.

Mentre le ruspe lavoravano sotto ponte Virgolo, alcuni disperati le osservavan­o devastare il loro povero rifugio. Nei loro occhi una domanda: dove andare ora che il freddo avanza? Una domanda che dovrebbe inquietare tutti noi che abbiamo comode e calde case. Una cosa posso assicurare. Quegli ospiti abusivi non torneranno nei loro Paesi. E così il problema non è risolto ma solo allontanat­o dagli occhi, spostato in altre zone della città.

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