In 300 al corteo antirazzista «Reagire contro il fascismo»
Silenzio sul gesto che ha colpito il partito del vicepremier E per venerdì prossimo è già pronta la contestazione
TRENTO Trecento persone in marcia per dire no a razzismo e fascismo. Quella che si è vista ieri per le strade di Trento è una reazione diversa rispetto alle iniziative di protesta che, prima a Torino e poi ad Ala, hanno agitato l’opinione pubblica. Gesti poco pacifici, come dare fuoco ai manichini di Di Maio e Salvini o scagliare una bomba carta contro la sede della Lega, il partito di Matteo Salvini, che proprio ieri era atteso in Trentino, non trovano una continuazione nel corteo anti-fascista e antirazzista che ieri ha sfilato pacificamente in città. Partendo da via Alfieri, per proseguire verso il Castello del Buonconsiglio e poi fino a piazza Venezia. Presenti il Centro sociale Bruno, il sindacato di base multicategoriale, i lavoratori Adl Cobas Ricicla Trentino, il Collettivo Be.Brecht, Anpi, Arcigay. Non erano presenti, invece, pur avendo aderito all’appello, Alex Zanotelli e Nibras Breigheche.
La voce dei manifestanti si è spesa a favore dei migranti, dell’accoglienza, ha esternato solidarietà al sindaco di Riace Mimmo Lucano, come ai braccianti sfruttati, per poi rivolgere un pensiero di incoraggiamento a Ilaria Cucchi per la battaglia che sta conducendo nel nome del fratello. Filo conduttore della protesta, la preoccupazione «per le politiche fatte sulla pelle dei più deboli», ha detto Daniel Bekele, portavoce del Centro Sociale Bruno, tra i promotori dell’evento. Il corteo ha mostrato un rinnovato interesse per la mobilitazione. «Ci troviamo così numerosi per dare una risposta che viene dal basso, per opporci alla logica della percezione che ormai sovrasta quella della ragione», ha continuato Bekele. È sceso in strada anche John Mpaliza, Peace walking man (camminatore per la pace, ndr), divenuto noto per aver marciato a piedi da Reggio Emilia a Ginevra per la pace in Congo. «Ci troviamo in un momento difficile e bisogna dimostrare di esserci, senza delegare ad altri», ha detto. Spiegando poi che «scendere in piazza può servire a sensibilizzare le persone a rifiutare forme nuove di fascismo e razzismo, per evitare che anche a Trento si creino precedenti, soprattutto viste le imminenti elezioni». Ma «la parola d’ordine deve rimanere tolleranza». Ed è per questo che non condivide i mezzi utilizzati la scorsa notte ad Ala. Sull’esplosione dell’ordigno contro la sede della Lega non vuole aggiungere commenti Daniel Bekele. Un silenzio che non sembra voler del tutto condannare l’atto. «La nostra non è una manifestazione di campagna elettorale, è un momento di confronto e reazione al razzismo e al fascismo», aggiunge. Sarà invece una da piena campagna elettorale la protesta che sempre il Centro sociale Bruno organizzerà venerdì prossimo in via Verdi, a partire dalle 17, contro Salvini, atteso il 19 a Trento per dare l’ultima spinta al candidato Maurizio Fugatti.