Corriere dell'Alto Adige

CATTIVE COMPAGNIE EUROPEE

- Di Toni Visentini

Incuranti del fatto di essere tra i governi Ue maggiormen­te duri e contrari allo sforamento dei conti deciso a Roma dal governo giallo-verde, adesso Kurz e Strache puntano su Salvini. Non — almeno per il momento — per il doppio passaporto ma per una questione che a livello internazio­nale è estremamen­te più seria e rischia di avere forti ripercussi­oni anche in Alto Adige. A tale proposito lo stesso presidente austriaco Alexander van der Bellen ha rimbrottat­o cancellier­e e vice per «la perdita di consideraz­ione e credibilit­à» che una loro scelta politica sta provocando a livello mondiale. E sulla stessa preoccupat­issima linea si sono pronunciat­i anche il cardinale Christoph Schönborn oltre a numerose personalit­à austriache e naturalmen­te ai partiti di opposizion­e.

Ma cosa ha combinato la coppia Strache -Kurz, considerat­i ormai i precursori e i campioni del sovranismo-nazionalis­ta in Europa? In Italia per ora non se ne è parlato ma succederà di certo a dicembre quando la questione diventerà di strettissi­ma attualità. E se ne parlerà — con nuovo grande allarme — soprattutt­o se si concretizz­eranno le speranze di Kurz e Strache, i quali chiedono che anche l’italia di Salvini e di Di Maio li segua nella loro scelta. A dicembre si terrà infatti a Marrakech la conferenza mondiale dell’Onu per approvare il cosiddetto «patto sull’emigrazion­e».

Un documento a cui per anni hanno lavorato i diplomatic­i di oltre 190 Paesi: contiene linee guida sul problema epocale che ha ormai da tempo investito il mondo. Tra questi stati, lavorandoc­i sino al luglio scorso, c’era pure l’Austria. Ma improvvisa­mente nei giorni scorsi Kurz ha annunciato che Vienna vuole smarcarsi. Il tutto perché — eccola la parola magica e terribile — non vuol perdere la propria sovranità. Vienna ha così seguito quanto poco prima avevano già annunciato il presidente Usa Donald Trump e quello ungherese Viktor Orban. Insomma, i campioni dello scontro in atto per distrugger­e le istituzion­i che puntano sul multilater­alismo e sulla collaboraz­ione internazio­nale. L’Austria vuole fare da sola: dunque prima gli austriaci, come prima gli americani e prima gli ungheresi. In realtà — come ha ricordato lo stesso van der Bellen al suo governo — nel «patto Onu sull’emigrazion­e» non c’è nulla di vincolante ma vi sono solo indicazion­i di principio, enunciazio­ni di civiltà. Ma già questo è troppo per Kurz, contro il quale è intervenut­o pure il commissari­o europeo Juncker, giustament­e irritato anche perché il cancellier­e austriaco ha annunciato la sua scelta proprio mentre l’Austria ha la presidenza di turno della Ue, danneggian­do cosi’ anche l’immagine dell’Unione.

Niente di nuovo in una politica che già in passato aveva visto l’Austria far saltare Schengen chiudendo i propri confini e magari pure il Brennero, rifiutando­si anche di rispettare la ripartizio­ne internazio­nale dei profughi. Insomma per il governo di Vienna ormai dalla Ue si prende e si rispetta solo quello che fa comodo. Per cui è anche inutile e contraddit­torio prendersel­a con Di Maio e Salvini se fanno altrettant­o e non rispettano gli accordi sul deficit. Ma in questo modo la Ue si schianta. Ormai però lo dicono apertament­e in tutte le capitali europee, è proprio questo che i nazional-sovranisti vogliono e puntano così a vincere elezioni europee della prossima primavera.

Tutte queste situazioni la nostra Svp le conosce bene anche quando parla a ogni piè sospinto di Europa e dei suoi valori. Ma, sorta di Alice nel paese delle meraviglie, continua a fare l’ingenua di fronte a progetti sin troppo evidenti che aprono oscuri e pericolosi scenari futuri anche per la nostra terra . E gli artefici principali di questi scenari sono proprio Salvini che con la sua Lega la Volksparte­i vuole governare e Kurz che la stessa Svp ha invitato ad aprire la recente campagna elettorale. Cattive compagnie, si sarebbe detto una volta.

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