Legname, anche Trento teme speculazioni austriache
L’impegno altoatesino: utilizzare l’intero quantitativo di alberi caduti per il consumo interno
BOLZANO Affievolitosi il vento che ha fatto cadere circa 2 milioni di metri cubi di alberi, da alcuni giorni sta spirando un vento di paura. Quella nutrita dalle imprese regionali del legname, alimentata ulteriormente alcuni giorni fa da un elicottero di una grande segheria austriaca avvistato mentre sorvolava uno dei boschi colpiti dal maltempo in Alto Adige.
In Trentino Luigi Sartori, titolare della Sartorilegno (val di Non), e Fabrizio Debortoli di Eurolegnami (Novaledo) hanno espresso pubblicamente il loro timore riguardo la gestione del milione di metri cubi di legno da opera, ossia quello destinato alla costruzione o alla lavorazione. Parte del legname potrebbe essere assegnato alle imprese austriache ai danni della filiera del legno trentino. Il loro auspicio è che si avvii una collaborazione tra pubblico e privato, in particolare tra la Provincia di Trento e le segherie sul territorio, cui dovranno partecipare anche i Comuni e i proprietari dei boschi interessati.
La Provincia di Trento sembra essersi già schierata a favore di questa linea. «La preoccupazione di Sartori viene da un dato oggettivo e reale — spiega il dirigente generale di ambiente e foreste Romano Masè — Faremo il possibile perché non si arrivi a questo. La Provincia sta promuovendo un approccio di sistema alla questione nella logica di valorizzare il prodotto e quindi la filiera del legno trentino. Lunedì abbiamo una nuova riunione task force per far fronte a questa esigenza e presenteremo la nostra proposta alle imprese. Se non si fa sistema il rischio è una valorizzazione non adeguata del prodotto e quindi il coinvolgimento delle imprese austriache. La Provincia potrà svolgere un importante ruolo di indicatore del mercato perseguendo e salvaguardando l’interesse collettivo».
Anche in Alto Adige, dopo l’emergenza, si cerca di capire come gestire l’enorme quantità di legname accumulatosi nei boschi: stimati un milione i metri cubi di materia prima da recuperare, stoccare e utilizzare. Qui la parola d’ordine è: favorire il consumo interno. «L’obiettivo è quello di utilizzare l’intero quantitativo di legname — ha sottolineato Peter Prader, rappresentante delle circa 100 segherie dell’Alto Adige —. Gran parte delle segherie ha già acquistato il legname da lavorare durante l’inverno e le forniture sono già al completo fino a primavera».