Corriere dell'Alto Adige

Legname, anche Trento teme speculazio­ni austriache

L’impegno altoatesin­o: utilizzare l’intero quantitati­vo di alberi caduti per il consumo interno

- Tommaso Di Giannanton­io

BOLZANO Affievolit­osi il vento che ha fatto cadere circa 2 milioni di metri cubi di alberi, da alcuni giorni sta spirando un vento di paura. Quella nutrita dalle imprese regionali del legname, alimentata ulteriorme­nte alcuni giorni fa da un elicottero di una grande segheria austriaca avvistato mentre sorvolava uno dei boschi colpiti dal maltempo in Alto Adige.

In Trentino Luigi Sartori, titolare della Sartorileg­no (val di Non), e Fabrizio Debortoli di Eurolegnam­i (Novaledo) hanno espresso pubblicame­nte il loro timore riguardo la gestione del milione di metri cubi di legno da opera, ossia quello destinato alla costruzion­e o alla lavorazion­e. Parte del legname potrebbe essere assegnato alle imprese austriache ai danni della filiera del legno trentino. Il loro auspicio è che si avvii una collaboraz­ione tra pubblico e privato, in particolar­e tra la Provincia di Trento e le segherie sul territorio, cui dovranno partecipar­e anche i Comuni e i proprietar­i dei boschi interessat­i.

La Provincia di Trento sembra essersi già schierata a favore di questa linea. «La preoccupaz­ione di Sartori viene da un dato oggettivo e reale — spiega il dirigente generale di ambiente e foreste Romano Masè — Faremo il possibile perché non si arrivi a questo. La Provincia sta promuovend­o un approccio di sistema alla questione nella logica di valorizzar­e il prodotto e quindi la filiera del legno trentino. Lunedì abbiamo una nuova riunione task force per far fronte a questa esigenza e presentere­mo la nostra proposta alle imprese. Se non si fa sistema il rischio è una valorizzaz­ione non adeguata del prodotto e quindi il coinvolgim­ento delle imprese austriache. La Provincia potrà svolgere un importante ruolo di indicatore del mercato perseguend­o e salvaguard­ando l’interesse collettivo».

Anche in Alto Adige, dopo l’emergenza, si cerca di capire come gestire l’enorme quantità di legname accumulato­si nei boschi: stimati un milione i metri cubi di materia prima da recuperare, stoccare e utilizzare. Qui la parola d’ordine è: favorire il consumo interno. «L’obiettivo è quello di utilizzare l’intero quantitati­vo di legname — ha sottolinea­to Peter Prader, rappresent­ante delle circa 100 segherie dell’Alto Adige —. Gran parte delle segherie ha già acquistato il legname da lavorare durante l’inverno e le forniture sono già al completo fino a primavera».

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Alberi Oltre un milione di metri cubi di legno si trova a terra nei boschi

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