Valenti, edicolante da 36 anni «Sono il portinaio del quartiere»
Il giornalaio: in piazza Matteotti conosco tutti, mi lasciano anche le chiavi di casa
«Questo è quasi un confessionale: mi raccontano tresche, gelosie, tradimenti. È all’ordine del giorno, il quartiere mi ha adottato e, quando sono in ferie, vanno in tilt». Giovanni Valenti, palermitano di 61 anni, è l’edicolante di piazza Matteotti. A Bolzano è arrivato a soli 19 anni come militare di carriera. «Ero sottuffuciale nelle trasmissioni alla Vittorio Veneto, ai tempi della telescrivente — ricorda —. In ufficio amministrazione mi occupavo di saldare le fatture all’edicolante che forniva riviste e quotidiani alla caserma: la signora Pierina Ghinello e il marito, il signor Degan. Io a 25 anni mi ero stancato dell’esercito, volevo aprire un’attività mia; così quando ho saputo che vendevano dopo 40 anni di lavoro, ho rilevato io l’edicola. Ai tempi era un bel lavoro. Anche ora lo è, per chi lo ama, ma non è per tutti: richiede molti sacrifici, sveglia all’alba, con qualsiasi condizione meteo e di salute, anche il sabato e la domenica».
Lasciare a Bolzano non era un’opzione. «Non mi sfiorava neppure l’idea di tornare a Palermo, anche se spero di tornarci da pensionato per vivere al caldo — rivela Valenti —. Abituarsi al tedesco non è stato semplice, ma il freddo è un problema maggiore: a quello non ci si abitua mai». In realtà, anche il tedesco è rimasto ostico. «Sto ancora a zero — ammette —. Fortunatamente Europa-Novacella è un quartiere ad alta densità italiana, ma quando il giovedì, con il mercato, entra qualche sudtirolese delle valli a malapena capisco che rivista vuole. Sul titolo più o meno ci capiamo, ma per il pagamento deve farmi vedere i soldi, io li prendo e gli do il resto». Giornali e sigarette a parte, il cuore del suo lavoro è la «terapia di gruppo». «Stamattina è venuta una signora sui 70 anni che fa il filo a un arzillo donnaiolo del quartiere, sugli 80. Lei si sfoga con me perché è gelosa e ha ragione: lui è sposato ma ha il suo bel giretto di frequentazioni femminili ed è evidente che dice qualche bugia — sorride l’edicolante —. Un’altra ha scoperto sul cellulare del marito le foto a seno nudo dell’amante ultraottantenne ed è piombata qui mostrandomi la foto rubata al marito. Non un bel vedere... Quasi sempre conosco i protagonisti delle tresche, ignari che io so tutto perché sono molto discreto, non chiedo mai nulla e mi faccio gli affari miei. Mi porterò nella tomba i miei bei segreti».
La gente con lui si sfoga. «In molti è evidente il senso di solitudine e io ormai sono il portinaio del “residence piazza Matteotti”: c’è chi mi lascia le chiavi di casa perché passi la figlia a prenderle, il pasticcere consegna a me le brioches per il bar ancora chiuso. È capitato anche che una coppia di pensionati mi abbia chiesto di prenotargli l’albergo a Rimini per le vacanze perché non hanno internet... l’ho fatto volentieri. Quasi ogni giorno, poi, c’è chi mi offre il caffè e a Natale in molti mi portano una bottiglia di vino o i biscotti fatti in casa». A volte gli è andata anche meglio. «Una decina di anni fa una signora ha vinto 500mila euro al gratta e vinci — ricorda Valenti —. Non sapeva come fare e l’ho aiutata a incassare la vincita. Così mi fatto un bel regalo: 10.000 euro. E siccome stavo pagando il mutuo della casa, ho dato una bella svolta alle rate».
C’è anche un altro risvolto della medaglia. «Ad agosto l’edicola chiude 15 giorni: rientro in Sicilia dalla mia famiglia. Se no sono sempre aperto, sette giorni su sette dalle 5.30 alle 20. Il periodo più brutto dell’anno è la settimana prima delle ferie: i miei clienti mi sgridano e me lo fanno pesare. Sono una tappa dei loro giri e se sono chiuso gli scombussolo la giornata, vanno in tilt».