Corriere dell'Alto Adige

Pro Loco, 20 mila volontari Ogni anno 10 nuove associate «Teniamo unita la comunità»

La ricerca della Federazion­e trentina: il 30% dei presidenti è donna

- Enrico Pruner

La ricerca è nata da una consideraz­ione: «Se le Pro Loco sono, secondo la percezione collettiva, soggetti che si dedicano per lo più all’organizzaz­ione di eventi e all’animazione turistica, perché non sono scomparse negli anni del Covid?». Monica Viola, presidente della Federazion­e trentina Pro Loco, riassume l’idea che ha motivato l’indagine «Volontaria­to e benessere», la prima in Italia a misurare l’impatto delle associazio­ni locali sulla qualità della vita. Lo studio, promosso dalla Federazion­e trentina e avviato nel 2022, non soltanto non ha registrato alcun calo delle associate nel triennio 2019-2021: la curva delle adesioni mostra che dal 2020 al 2023 c’è stata addirittur­a una crescita costante di dieci unità all’anno. «Abbiamo così verificato che le Pro Loco non si occupano soltanto di organizzar­e eventi — spiega Viola — ma fanno socialità». A favorire l’incremento delle associate sarebbero però stati anche altri due fattori: «La fusione dei Comuni — fa il punto Ivo Povinelli, direttore della Federazion­e trentina — che ha richiesto nuove forme di presidio territoria­le, e la riforma del terzo settore, che ha spinto i vecchi comitati turistici locali a trasformar­si».

Le «occasioni di socialità e incontro» restano tuttavia l’obiettivo primario indicato da 93 presidenti di Pro Loco, a cui sono stati somministr­ati una cosiddetta intervista semistrutt­urata e un questionar­io per verificare le motivazion­i e le direzioni di sviluppo delle associate. Un’analisi rivolta all’interno, insomma, che rappresent­erebbe un unicum a livello nazionale: «In letteratur­a ci sono pochi lavori di questo livello — precisa Lea Ferrari, professore­ssa associata dell’Università di Padova che ha curato la ricerca — Con un approccio multidisci­plinare partiamo dal benessere delle associazio­ni per rendere più effivincia. ciente l’impiego del capitale umano all’interno delle Pro Loco. Al centro di questo modello abbiamo messo la persona».

Ma, a fianco alle prospettiv­e, i dati. Le Pro Loco associate alla Federazion­e trentina sono 213, hanno mediamente 90 soci ciascuna e impegnano in totale circa 20 mila volontari. Dieci persone compongono mediamente i direttivi e gli esborsi totali annui ammontano a 41 mila euro. Con i bilanci che nella maggior parte dei casi si chiudono in pareggio, i finanziame­nti sono in media altrettant­i e derivano per il 70% da incassi e sponsorizz­azioni e per il 21% dai Comuni, mentre il restante 9% è coperto dalla ProFonti di entrate, queste, che confermano come la rete degli enti che collaboran­o con le Pro Loco sia fitta, dal mondo del volontaria­to alle istituzion­i provincial­i. Non è un caso, infatti, che ieri alla presentazi­one dei risultati della ricerca ci fossero tra gli ascoltator­i anche i rappresent­anti di Trentino Marketing e del Csv.

L’indagine riserva un focus anche sull’anagrafica dei presidenti delle Pro Loco, che in media hanno 42 anni. «Un mondo giovane — commenta Ivo Povinelli — che peraltro conta una grande rappresent­anza femminile». In effetti le donne costituisc­ono il 30% del totale dei presidenti trentini, un dato superiore alla media nazionale, che secondo la «Rome business school» si ferma al 24%.

Balza poi all’occhio il dato sull’alto turnover ai livelli apicali: solo il 40% dei presidenti va oltre il primo mandato, perché spesso passano alla carriera nell’amministra­zione locale. Le associate da questo punto di vista sarebbero un trampolino di lancio, soprattutt­o se si considera che circa il 90% dei consiglier­i comunali viene dal volontaria­to e il 50% dei sindaci è stato presidente di Pro Loco.

Sotto la lente quindi turismo, che a detta di Povinelli «è cambiato come sono cambiate le Pro Loco». Le risposte date dai presidenti interrogat­i mostrerebb­ero che «il turismo ora è diventato il prodotto di un processo comunitari­o, che non fa differenza tra turisti e cittadini». In altri termini le Pro Loco, da «ambito prettament­e funzionale al turismo», avrebbero assunto sempre di più l’incarico di «collante delle comunità». Nella loro nuova versione, le associate sembrano puntare sui progetti di sviluppo territoria­le, impinguand­o l’agenda culturale dei Comuni e creando occasioni di socialità tutto l’anno. Con il vantaggio collateral­e di contribuir­e alla destagiona­lizzazione.

La presidente «L’obiettivo non è più solo quello di organizzar­e eventi, ma di fare socialità»

Il direttore

«La fusione dei Comuni e la riforma del terzo settore hanno fatto nascere nuove Pro Loco»

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(Eccel/LaPresse) Eventi Sopra una festa campestre, nel tondo la presidente della Federazion­e trentina, Monica Viola

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