Il prete ortodosso autista di bus «Devo mantenere la famiglia»
Padre Ion Grebanosu, sposato con 3 figli: «Avevo un lavoro fisso, ora è a chiamata»
Ion Grebanosu è prima di tutto guida della Chiesa ortodossa moldava in Trentino e arciprete-parroco della Chiesa Ortodossa dei Santi Arcangeli Michele e Gabriele, presente a Rovereto dal 2008. Ma, fatto curioso, per anni ha guidato autobus di linea e saltuariamente ancora lo fa grazie a un contratto a chiamata. Padre Grebanosu, 54 anni, è sposato con Tatiana e ha tre figli: due femmine, Ionela 30 anni, Aleftina 27 e un maschio di 28, Teopemt.
Nell’immaginario collettivo, gli uomini di Chiesa non fanno altri lavori, al massimo insegnano nelle scuole, però mi risulta che lei sia stato autista di autobus di linea.
«Poiché i nostri preti non hanno nessun tipo di remunerazione fissa, per poter far fronte a varie spese e per mantenere la famiglia, la maggior parte di noi cerca un impiego per i giorni feriali. Così anch’io avevo un lavoro, anche se purtroppo ora sono disoccupato, sia perché ad agosto 2023 la ditta con la quale lavoravo ha perso l’appalto per una parte di servizi che svolgeva per Trentino Trasporti, sia perché si è aggiunta la situazione un po’ precaria della mia salute per problemi di cuore, aritmia, peggiorati a causa del Covid che ho fatto due volte. Adesso ho un contratto a chiamata, cioè quando qualcuno è malato o in ferie, subentro io per sostituirlo. Facevo volentieri l’autista a tempo pieno, anche se talvolta era un po’ difficile conciliare il lavoro con il mio compito di guida spirituale che deve rispondere a varie esigenze in chiesa e nella comunità. Essere parroco è una missione che deve avere la priorità, ma, grazie all’accordo preso con la ditta di avere il fine settimana libero per celebrare la messa ed essere a disposizione dei fedeli, ce l’ho sempre fatta».
Ha militato anche nell’esercito?
«Risale a quando avevo diciotto anni e ho prestato servizio militare per due anni, tra il 1988 e il 1990. Ricordo quel periodo come un’esperienza che mi è servita per mettermi a posto dal punto di vista mentale e fisico».
Cosa pensa del conflitto tra Russia ed Ucraina?
«Innanzi tutto preciso che apparteniamo al patriarcato di Mosca, ma la nostra Chiesa Moldava è indipendente: abbiamo infatti un Vescovo a Bologna per tutte le parrocchie moldave d’Italia. Il mio parere è fermamente contrario alla guerra, non la sostengo, anzi noi preghiamo ogni domenica per la pace, anche perché nella nostra chiesa ci sono chierici che vengono dall’Ucraina. Sosteniamo il popolo di quel Paese non solo con la preghiera: i parrocchiani, infatti, si sono dati da fare fin da subito in vari modi per offrire aiuti ai profughi ucraini che qui arrivano scappando dai luoghi di guerra».
Come è nata la parrocchia
della Chiesa Ortodossa dei Santi Arcangeli Michele e Gabriele a Rovereto?
«La chiesa si trova in via Zotti, nell’edificio che fino al 1993 era un monastero dedicato a Sant’Antonio. Chiuso anche a causa di gravi danni al tetto, nel 2009 ha subito un intervento di restauro grazie all’aiuto di tanti volontari, delle suore francescane di Maria e dell’allora arcivescovo don Luigi Bressan».
Oltre alla messe domenicali che servizi offrite anche dal punto di vista dell’integrazione?
«La nostra è una chiesa aperta a tutti e per tutti. Abbiamo una scuola per bambini dove con tre docenti insegniamo la lingua, catechesi, disegno, balli tipici, lavori artigianali. Dalle 12 alle 14 nei fine settimana arrivano in oratorio circa una trentina dei cinquantacinque ragazzi iscritti. Prepariamo anche canti per animare le messe o le varie occasioni di festività durante l’anno. Inoltre, la comunità è sempre disposta ad aiutare chi è in cerca di un lavoro, di una casa in affitto, chi ha bisogno di supporto per integrarsi nello stile di vita, seguendo le leggi del bel paese che ci ospita. La chiesa diventa un punto di raccordo e di condivisione, dove le esigenze di chi ha bisogno di aiuto vengono trasmesse a tutti tramite il parroco che fa da passa parola».