Corriere dell'Alto Adige

Scuola di Natura e Foresta Lezioni nelle oasi del Wwf

Nasce in Trentino il percorso formativo che insegna a guardare (e salvare) flora e fauna. E a coesistere anche con orsi e lupi

- Di Martina Dei Cas

Quattro oasi naturali tutte da scoprire diventano «aule» nella nuova Scuola di Natura e Foresta del Wwf del Trentino. Il percorso formativo, unico nel suo genere, si ispira alla Scuola esperienzi­ale itinerante di agricoltur­a biologica avviata dall’agroecolog­o Luca Conte in Veneto. «Per chi abita in Trentino – dice il presidente del Wwf Trentino Aaron Iemma – la natura comincia appena oltre la soglia di casa, eppure dopo la pandemia, è come se ne fossimo disconness­i». In un momento in cui gli appelli per la tutela dell’ambiente da parte della comunità scientific­a sono sempre più numerosi, Iemma sostiene che «stiamo paurosamen­te retroceden­do». E fa sapere: «Le persone adulte, che sicurament­e hanno vissuto con più abbondanza di natura intorno, forse non hanno la piena cognizione di ciò che rischiamo di perdere. I giovani, invece, piagati da una bellezza naturale che sembra sempre più scarsa e dall’incertezza sul futuro, sono maggiormen­te ricettivi». Di qui, l’idea del Wwf di non salire in cattedre o pulpiti per ricordare cos’è bello e dunque va protetto, ma di coinvolger­e direttamen­te adulti di ogni età in un ciclo formativo che li aiuti a toccare con mano l’importanza della biodiversi­tà. Il percorso si articola in quattro giornate, una per ogni oasi del Wwf in Trentino: l’oasi Baruchelli, a nord del lago di Levico, Inghiaie in Valsugana, Spormaggio­re e Valtrigona in val Calamento. «Le oasi nascono con l’obiettivo di proteggere l’ambiente naturale nella sua specificit­à locale e, contempora­neamente, di divulgarne l’importanza con attività didattiche aperte al pubblico». In ciascuna oasi, i partecipan­ti alla Scuola di Natura e Foresta, sperimente­ranno momenti di osservazio­ne della natura, condivisio­ne di pratiche agro-ecologiche, censimento dell’avifauna e delle essenze botaniche. A seconda dell’oasi, potranno imbattersi in cervi, fagiani di monte, aquile e altri esempi di fauna alpina, ma anche negli uccelli del fondovalle, come upupe e nibbi o negli animali tipici dei contesti agrari. Altrettant­o variegata sarà la flora. Da ammirare, ma anche da preservare. A Inghiaie, per esempio, si parlerà della tensione tra ambiente naturale e antropizza­to, cercando di capire quali pratiche agricole sono più rispettose degli equilibri d’insieme. In Valtrigona, invece, si svolgerà l’esperienza forestale con il forest bathing e la scoperta dei possibili usi mangerecci delle piante. I partecipan­ti potranno poi cimentarsi in un vero e proprio intervento di cura e ripristino del territorio, sempre affiancati dai volontari del Wwf. La giornata si concluderà con un approfondi­mento sulla coesistenz­a con orsi e lupi. «Già che si parli di coesistere, quindi di costruire una sorta di comunità umana e animale insieme – dice Iemma – mi fa ben sperare: è un esperiment­o che intraprend­iamo con grande difficoltà. Ma si intravede una strada possibile». Ovviamente, bisogna capire dove mettere i paletti e come limitare gli incidenti. In ogni caso, la parola chiave è «conoscenza», come quella proposta dalla Scuola di Natura e Foresta, dove i temi trattati potranno essere modulati anche in base agli interessi del gruppo. A fine percorso, verrà rilasciato un attestato. È possibile partecipar­e soltanto a uno o due incontri. In particolar­e, il percorso di Inghiaie, può essere adatto anche a persone con mobilità ridotta. L’impegno per rendere l’esperienza accessibil­e anche a persone con disabilità motoria è uno degli obiettivi a cui guarda il Wwf per la prossima edizione.

I docenti e le docenti di questa speciale Scuola di Natura e Foresta, che accompagne­ranno le esperienze, sono: Stefano Mayr, naturalist­a, Walter Tomio custode e guardia dell’Oasi di Valtrigona, Aaron Iemma, cartografo e responsabi­le della rete di monitoragg­io della biodiversi­tà di Wwf, Anna Molinari, giornalist­a, formatrice di filosofia forestale e istruttric­e di Forest bathing, Francesco Romito, divulgator­e, fotografo e vicepresid­ente dell’associazio­ne Io Non Ho Paura del Lupo, Francesca Zeni, naturopata e accompagna­trice di territorio, Nicola Orempuller, entomologo e macrofotog­rafo fondatore della rete «Bug’s Hotel», Clara e Marco Osti, gestori dell’azienda biologica Sorgente Biologica Osti e dell’Oasi Valle dello Sporeggio, Liana Trentin, naturalist­a e zoologa, specializz­ata nello studio e monitoragg­io dei pipistrell­i, Maurizio Odasso, agronomo esperto in flora e vegetazion­e, Karol Tabarelli de Fatis, tecnico dell’Ufficio ricerca e collezioni del Muse di Trento.

Iemma: La parola chiave per aiutare il territorio è conoscenza

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