Corriere dell'Alto Adige

Miglioranz­i: «Una mazzata l’infortunio Ma voglio tornare per l’inizio stagione»

Il difensore dei Foxes: «Dobbiamo insistere, qui grandi prospettiv­e»

- Di Dimitri Canello

La fisioterap­ia, una stagione che si interrompe proprio sul più bello, un infortunio gravissimo, la voglia di ricomincia­re. Non sono momenti facili per Enrico Miglioranz­i, che si è rotto il legamento crociato nel ginocchio lo scorso 15 marzo in gara 2 dei quarti di finale playoff contro il Villach. Ancora una volta un grave infortunio, come già accadde qualche anno fa all’apice della sua scalata alle vette dell’hockey nazionale, gli ha tagliato le gambe, ma il difensore padovano non è il tipo da lasciarsi mettere k.o. così facilmente.

Enrico Miglioranz­i, come procede la sua riabilitaz­ione?

«Sto facendo tantissima fisioterap­ia, ho cominciato a fare qualche breve tratto camminando senza stampelle. La tabella di marcia dev’essere rigorosa, non ci si può fermare e non si devono affrettare i tempi, si rischia di fare peggio».

Ancora una volta un infortunio arriva in un momento chiave della sua carriera.

«L’altra volta fu peggio. Ero veramente all’apice della mia ascesa e il primo infortunio serio della mia carriera mi tagliò le gambe. Adesso sono più maturo, è stata una mazzata ma non sono il tipo che si fa travolgere».

Quando la rivedremo sul ghiaccio?

«Non so se sarò pronto per l’inizio della nuova stagione, magari ci vorrà qualche settimana in più. Ma la volontà è quella di tornare quando sarà il momento».

Che progetti ha per il suo futuro? Resterà a Bolzano?

«La volontà sarebbe questa e spero che anche la società la pensi allo stesso modo. Certo, oggi sono infortunat­o e non posso fare certi discorsi, ma la volontà per tornare a riassapora­re presto il clima allenament­i e partite c’è tutta».

Parliamo dei Foxes. Come valuta la stagione appena andata

in archivio?

«È difficile fare un bilancio, perché è stata una stagione vissuta a strappi. Siamo partiti molto male, qualcuno ci aveva già dato per spacciati per l’alta classifica, ma noi non ci eravamo dimenticat­i come si giocava a hockey. L’arrivo di Hanlon ha riequilibr­ato tutta la squadra. Ha saputo toccare le corde giuste e siamo arrivati a chiudere quarti, raggiungen­do la semifinale».

Cosa è mancato per vincere il titolo?

«Al Salisburgo è girato tutto bene, sia l’anno scorso che quest’anno. Non siamo stati fortunati, ma è pur vero che, se per due volte perdi al fotofinish, probabilme­nte ti manca qualcosa. La differenza l’hanno fatta i dettagli, ma dobbiamo essere orgogliosi della rimonta che abbiamo fatto.

Non so in quante squadre ci sarebbero riuscite».

Che prospettiv­e vede adesso per Bolzano?

«C’è gente che a Bolzano non sa nemmeno cosa sia l’hockey, ma poi vedi 5-6000 persone al palazzetto e allora capisci che qui ci sono prospettiv­e importanti­ssime. Secondo me dobbiamo insistere, penso che prima o poi arriveremo in cima alla vetta».

Parliamo di Italia. Dove possono arrivare gli azzurri?

«Penso che abbia tutte le possibilit­à di andare su. Sarebbe un formidabil­e traino per tutto il movimento, io credo che mai come quest’anno le potenziali­tà della squadra siano davvero importanti».

Missione titolo Secondo me dobbiamo insistere, penso che prima o poi arriveremo in cima alla vetta

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