Corriere dello Sport (Campania)

Dal Galles una lezione per ricostruir­e l’Italia

Squadre entrambe decimate, rendimento però agli antipodi. Questione di talento, ma anche di personalit­à

- Di Francesco Volpe ANSA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«C'è da far fare il salto di qualità a un'intera generazion­e. Ci vorrà del tempo». A dirlo non è un giornalist­a prevenuto o un tifoso disamorato. Sono parole di Quintin Geldenhuys, 34 anni, una delle colonne per esperienza e personalit­à dell'Italia che sabato ha balbettato rugby contro il Canada. Una vittoria è una vittoria, specie per una squadra che in due stagioni ne ha raccolte appena 4 in 27 partite, ma è il modo in cui è venuta a lasciare in bocca lo stesso sapore di una sconfitta. Perché il futuro oltre questa Coppa del Mondo ha contorni estremamen­te confusi e c'erano più promesse nella beffa pre-mondiale di Cardiff (19-23) che in questo stentato successo (23-18) contro gli entusiasti, aggressivi ma più modesti canadesi.

E le assenze non possono, non devono essere un alibi per una squadra del Sei Nazioni nel momento in cui affronta una Tier 2 che si ritrova assieme poche settimane l'anno. In questa Coppa del Mondo ci sono due squadre che stanno raschiando il fondo del barile: il Galles e l'Italia. Il XV di Gatland ha perso in un mese sette tre-quarti e un pilone. Contro l'Inghilterr­a, i due Williams (Liam e Scott) e Amos si sono infortunat­i nel giro di 4'! L'Italia ha cominciato a perdere i pezzi nei test pre-mondiali (ancora vivissimi compliment­i a chi li ha pianificat­i): Benvenuti, Garcia (ora recuperati) Esposito, Morisi e il capitano Parisse. Poi ha salutato Masi e ora Ghiraldini. Bene: sabato il Galles ha vinto a Twickenham con l'Inghilterr­a e capottato il Mondiale. l'Italia è an- data ad una decisione (corretta) del TMO dal crollare con il Canada.

La differenza sta, certo, nel talento e nella profondità della scuola gallese, ma anche nella mancanza di carattere e personalit­à di parte del- la squadra azzurra. Il guaio, come dice Geldenhuys, è che una generazion­e di leader sta passando il testimone e fatica a trovare chi lo raccolga. E' bastato far entrare Mauro Bergamasco (7 placcaggi in 22') per registrare una scossa. E non è solo una questione d'età: Carlo Canna, 23 anni, ha sostitu- ito all'apertura per pochi minuti un discreto Allan, colpito alla testa, ha piazzato due deliziosi calcetti di spostament­o e sfiorato una meta con una bella azione personale. Mentre un "federale" denuncia: «Ci sono ragazzi che escono dall'Accademia con il fuoco dentro e che poi ritroviamo due o tre anni dopo in Nazionale caratteria­lmente spenti». A conferma che qualche piano della piramide scricchiol­a.

Ora Brunel, esterrefat­to come tutti per la controprov­a della squadra a Leeds («Personalit­à? I giocatori che erano in campo contro il Canada dovrebbero averla») dovrà costruire la squadra più sul carattere che sui nomi. Anche a costo di scelte dolorose. Perché «se giochi così contro l'Irlanda domenica, perdi e pure di tanto». E non l'ha detto solo lui.

Geldenhuys onesto «C’è un’intera generazion­e che deve fare il salto di qualità»

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Quintin Geldenhuys, 34 anni, contro il Canada

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