Corriere dello Sport (Campania)
11 UOMINI D’ORO Napoli si affida ai suoi Invincibili
Torna la formazione tipo, quella che ha permesso agli azzurri di volare. E che finora ha demolito tutti
Certe cose non succedono per caso: e quella sera, era il 20 settembre, i segnali del cambiamento s’erano già avvertiti (tre giorni prima, con il Bruges). Il Napoli degli «invincibili» esce fuori da un rimescolamento del recentissimo passato, tre giornate da incompiuta: ma quando Sarri rimanda in campo il tridente, contro la Lazio, nessuno osa sospettare che sia per compiersi un autentico miracolo partenopeo, con un ribaltamento che rappresenta una rivoluzione. Sono diciassette risultati utili consecutivi - compresi i pareggi con Sampdoria ed Empoli ed il successo sul Bruges - però c’è una squadra che contro la Lazio non è, non può essere consapevole della sua forza «distruttrice»: perché quel Napoli là, quando scende in campo (altre cinque volte), demolisce tutte la grandi e qualche piccolina.
E DUNQUE. Tocca al Napoli che ormai si può declamare come una filastrocca, prendendo fiato con una pausa tra un settore e l’altro, in maniera da sussurrare il modulo: Reina... Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam... Allan, Jorginho, Hamsik... Callejon, Higuain, Insigne. E’ 4-3-3 è Napoli da sei su sei, diciotto punti conquistati, quindici gol segnati, appena due subiti (da Lemina e da Kali- nic). Come dire: la perfezione (quasi).
LE TAPPE. Il Napoli che Sarri ridisegna è diverso nella sostanza da quello che nelle prime tre giornate ha tentato di somigliare ad un calcio ch’è nelle corde del tecnico toscano: ma il rombo depotenzia l’attacco e ci sono uomini che, per vocazione e per inclinazione, si stanno prendendo la squadra. Succede che Insigne vada a fare il terzo a sinistra, che Callejon si prenda la corsia di destra e entrambi facciano da «spalla» per Higuain, con i quali in realtà sono protagonisti d’una esaltazione della fase offensiva nella quale i principi del gol sono el pipita e lo scugnizzo.
GLI ACCORGIMENTI. Ma sta entrando in scena anche Ghoulam, che diventa il titolare inattaccabile della corsia di sinistra; e Hysaj va a destra, ad ossequiare il proprio piede naturale; mentre esplode Koulibaly al fianco di Albiol e va detto anche che c’è un Napoli sempre più consapevole della propria fase difensiva, perché intanto si sono strette le linee ed il calcio, sempre palleggiato, ne beneficia.
L’ESCALATION. Ma si va per gradoni: il Napoli abbatte le stelle, una ad una; dopo la Lazio, al San Paolo arriva la Juventus ed è successo più largo del risultato, che invece è impressionante a San Siro, dove il Napoli passeggia sul Milan, ne fa quattro, quasi non prende tiri in porta, soffre poco e domina tanto. Ma siamo appena all’inizio: la sequenza diventa ancor più impressionante, perché contro la Fiorentina - l’avversario che più seriamente ha messo in difficoltà il «nuovo» Napoli di Sarri - è ancora un successo e pure con il Chievo in casa, prima che ricominci il turn-over, che Sarri debba sacrificare qualche titolare (a Genova esce Insigne, per esempio).
A VOI. Ma è un Napoli che recita a memoria, che può starsene alla larga da preoccupazioni più o meno plausabili, che sembra abbia in sé un filo che lo leghi (quando deve difendere) e una mano che la spinga (quando deve attaccare, facendolo in massa). La squadra che viene da chiamare perfetta - perché lo dicono i numeri delle loro sei partite - riemerge stasera (a Verona non è stato possibile, causa squalifica di Koulibaly) e stavolta ha la possibilità di provare a spingersi oltre altri (insospettabili) limiti: perché vincere, e sarebbe la settima, varrebbe la meraviglia del primo posto. Il Napoli conferma quanto annunciato l’altro giorno: i cancelli del San Paolo verranno aperti alle 16.30. Appello di Alessandro Formisano, l’head of operation del club, attraverso
Tre giornate da squadra incompiuta. Ma poi Sarri ha trovato la formula vincente