Corriere dello Sport (Campania)
Palermo, il problema è il gol
Il problema del Palermo non è tanto l'atteggiamento, parola ormai cara ad ogni allenatore, ma i calciatori che tramutano l'atteggiamento in azioni decisive. Per uscire dall'empasse, fare punti, allontanare i timori, servono i gol, e i rosanero dall'inizio della stagione faticano in maniera incredibile a realizzarne. Tredici reti in tutto (solo il Verona ha segnato di meno), appena due nelle ultime 5 giornate, ed entrambi su sviluppi di palla inattiva. L'ultima rete su azione manovrata è quella di Vazquez a Bologna lo scorso 18 ottobre. Domenica sera Buffon non ha fatto neppure una parata, la fase offensiva è stata inefficace per usare un eufemismo. Ed anche la considerazione che invece la settimana prima a Roma la squadra aveva concluso 8 volte, ma andando a segno solo con un difensore, deve far riflettere. Il Palermo ha pochi giocatori capaci di determinare la gara, di sfruttare gli episodi, di concretizzare il gioco d'attacco.
SENZA VAZQUEZ. Il gol latita, in particolare quello delle punte. Dopo 14 giornate, gli attaccanti rosanero ne hanno segnati appena cinque. Gilardino, unico vero centravanti di ruolo (lo si è visto domenica quando è uscito), si è salvato con 3 reti, poi un centro a testa per Djurdjevic e Vazquez. L'involuzione dell'italo argentino sta raggiungendo livelli preoccupanti; il Mudo è indiscutibilmente il gioiello più puro del gruppo ma sta incidendo molto meno di quanto fosse lecito attendersi. Un solo gol, un'astinenza al Barbera che dura da 6 mesi, un'intesa non perfetta con i compagni di squadra, da Gilardino agli altri che si sono alternati nella sua zona, Quaison, Trajkovski o adesso Brugman in veste di trequartista. Punto fermo indiscutibile della formazione, unico elemento in grado di accendere la luce e dare imprevedibilità
El Mudo preoccupa ma resta l’unico top Quaison, Trajkovski e Djurdjevic ancora non hanno inciso
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