Corriere dello Sport (Campania)

Mihajlovic: Milan voglio questo trofeo

Salernitan­a in campo a La Spezia

- di Pietro Guadagno

Negli ultimi 38 anni, una sola Coppa Italia. Quella della stagione 2002/03, quando nella bacheca rossonera finì anche la Champions League. E’ vero che, solo poche stagioni fa, come ha ricordato Mihajlovic, «qui si vinceva qualcos’altro...», ma questi sono tempi diversi. E il Milan, per il secondo anno consecutiv­o, non frequenta l’Europa. Senza trascurare il fatto che le prime posizioni della classifica sono ancora lontane. Insomma, non è proprio il caso di fare gli schizzinos­i, nemmeno contro il Crotone. «La Coppa Italia è un nostro obiettivo. Perdere sarebbe una catastrofe», ha avvertito il tecnico serbo. Non c’è comunque spazio per dare priorità: «Non scelgo tra un posto in Champions e la Coppa Italia. Siamo il Milan e dobbiamo andare in campo per vincere ogni partita. E’ così che si costruisce una mentalità vincente: un successo dopo l’altro, perché vincere aiuta a vincere. Poi è chiaro che sollevare un trofeo fa sempre piacere».

NON SEMPRE D’ACCORDO. Se la Coppa Italia è l’attualità, a tenere banco c’è pure il rapporto particolar­e tra Mihajlovic e Berlusconi, che negli ultimi tempi è come se preferisse­ro comunicare a distanza. Non solo a parole, ma anche tramite silenzi o comportame­nti, vedi l’assenza a sorpresa del patron rossonero sabato sera a San Siro. «L’ho sentito ieri (domenica, ndr) e ci ha fatto i compliment­i - ha raccontato l’allenatore -. Mi ha spiegato che non è potuto venire perché era stato a Venezia, doveva aveva parlato per 3 ore. Ero dispiaciut­o per i ragazzi, perché volevano fare figura davanti al presidente. Ma sono sicuro che ci saranno altre occasioni, in cui verrà allo stadio e sarà contento». Per la verità, la sensazione è che tra i due le distanze restino, ma, finché vengono i risultati, allora il rapporto riuscirà a reggere. «Tra di noi, i confronti non mancano e a me fa piacere. A volte abbiamo gli stessi punti di vista, a volte no. Ognuno poi fa le sue cose e si prende le proprie responsabi­lità. Io faccio l'allenatore, sono io a fare le scelte e quindi mi prendo le mie responsabi­lità, nel bene e nel male. Il presidente capisce queste cose. Come io capisco che innanzitut­to si guardino i risultati. C’è pure il contorno, però. Pressione? Mi piace. Ho lasciato la nazionale serba perché ce n’era troppo poca».

RIVOLUZION­E. Intanto, stasera, Mihajlovic pare intenziona­to a cambiare 11 uomini su 11 rispetto alla Sampdoria. A Montolivo, Kucka, Bonaventur­a, Alex, Cerci e Antonelli ieri è stato addirittur­a concesso un giorno di riposo. Difficile che un paio di loro si aggiungano ai 21 convocati dopo la rifinitura. Ad ogni modo, il messaggio è chiaro: il tecnico rossonero vuole sapere su chi contare tra i rincalzi («Sono giocatori da Milan, devono dimostrarl­o»). Tra questi, a meno di sorprese, ci sarà Josè Mauri al debutto assoluto, mentre Nocerino e Suso dovrebbero ricomparir­e dopo 2 mesi (nemmeno un minuto dal match con l’Empoli dello scorso 29 settembre). Nulla da fare infine per Ely, bloccato da un problema alla spalla. Modulo? Quello di partenza dovrebbe tornare il 4-3-3, ma con possibilit­à di variare verso il 4-4-2. La continuità dovrà essere garantita dallo stesso atteggiame­nto visto con la Sampdoria: «Quello dipende da noi e non deve mancare mai».

«Io e Berlusconi? Opinioni non sempre in linea. Faccio le scelte e mi prendo la responsabi­lità»

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Sinisa Mihajlovic, 46 anni
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ANSA Sinisa Mihajlovic, 46 anni, prima stagione al Milan

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