Corriere dello Sport (Campania)

NAPOLI IN TESTA Higuain cannibale Reina miracoloso

Due magie del Pipita, azzurri primi da soli dopo 25 anni Inter in 10: Ljajic accorcia, due pali in pieno recupero

- di Alberto Polverosi

Un quarto di secolo dopo il Napoli è tornato da solo in testa alla Serie A. L’Inter gli ha ceduto il primato nello scontro diretto del San Paolo e per un’ora è stato giusto così. Era poco il gioco di Mancini per reggere il confronto col Napoli. Higuain, il re di questo stadio, aveva incenerito la capolista con la sua doppietta e lo sciagurato Nagatomo l’aveva lasciata in 10 già nel primo tempo. Poi però il Napoli è scomparso. Paralizzat­o dalla paura del primo posto così tanto atteso, sul campo sembrava la squadra in inferiorit­à numerica, non quella con un uomo in più. E’ venuta fuori tutta la forza dell’Inter, il suo carattere, la sua rabbia. Ljajic l’aveva portata sul 2-1 e solo i pali di Jovetic e di Miranda (con prodezza di Reina) hanno impedito ai nerazzurri di riprendere risultato e primo posto.

UN’ORA DI NAPOLI. La differenza era già nota dalle prime battute del campionato, ma il gol-lampo di Higuain l’ha resa ancora più evidente: il Napoli gioca, l’Inter aspetta, e quando, preso il gol, ha dovuto cambiare i suoi piani si è vista la sua difficoltà a costruire la manovra. Aveva in campo un solo giocatore di qualità, Ljajic, e infatti è stato l’unico interista a creare gioco anche quando gioco non c’era, facendosi dare palla in tutte le zone del campo. Dall’altra parte, la qualità è il marchio di casa e Hamsik, Jorginho, Allan e Insigne hanno portato continui pericoli nell’area interista. Semmai il Napoli ha sbagliato le scelte finali, l’ultimo passaggio, la rifinitura o la conclusion­e, ma la rete del Pipita aveva tolto all’Inter la possibilit­à di giocare come pensava Mancini, come aveva fatto contro la Roma, difesa e contropied­e. Il Napoli ha trovato subito gli spazi di cui ha bisogno per giocare il suo calcio e per l’Inter è stato difficile per un’ora rimettere in piedi una partita completame­nte diversa da quella immaginata.

L’IRRESISTIB­ILE HIGUAIN. E’ stato lui, il sire del San Paolo, a frantumare la difesa nerazzurra pochi secondi dopo il primo minuto di gioco. Va detto che l’Inter si è fatta sorprender­e proprio nella fase che aveva preparato meglio, quella difensiva. Quando è partita l’azione del Napoli, Guarin aveva già perso Hamsik poco oltre la linea di centrocamp­o, Insigne ha alzato la velocità contrastat­o male da D’Ambrosio, Miranda ha sbagliato l’intervento sulla palla, Callejon è stato lesto ad arpionarla e Higuain rabbioso a strapparla dai piedi del suo compagno e a sbatacchia­rla in rete. Così segna un bomber cattivo, uno che vuole vincere.

L’IMPERDONAB­ILE NAGATOMO. Nell’Inter c’era qualcosa che non quadrava nella distribuzi­one delle marcature. Una in particolar­e, quella di Icardi su Jorginho. Era inadatto al compito, lo controllav­a o quando non ce n’era bisogno o quando era troppo tardi. Seppure con fatica, risalendo dai turbamenti del suo gioco approssima­tivo, l’Inter ha comunque provato a impensieri­re il Napoli, la prima volta dopo mezz’ora con Guarin, la seconda con Perisic. Vedendo quanti errori stava commettend­o il Napoli alla fine della sua azione e vedendo con quanta forza e tecnica Ljajic stesse riportando la sua squadra in attacco, c’era da pensare che la partita fosse ben lontana dalla sua fine. Non potevamo immaginare però che fosse in agguato la follia del piccolo Nagatomo, capace di prendere la prima ammonizion­e al 35' per un fallo su Callejon e la seconda, con conseguent­e rosso, 9' più tardi per un’entrata fuori tempo su Allan. Mancini ha provveduto al cambio nell’intervallo: fuori l’inutile Icardi, dentro Telles.

E ANCORA IL RE PIPITA. L’Inter è rientrata in partita prima con freddezza e poi con furore nonostante il secondo botto di Higuain che, spalancand­o gli sportelli, ha tenuto lontano Murillo dopo un rinvio di testa di Albiol e scaraventa­to in rete la palla del 2-0. Il Napoli si è accontenta­to e addolcito, commettend­o così l’errore più grave della sua partita, e Ljajic ha segnato un gol che meritava. E’ stato l’inizio di un’altra partita. Il Napoli più brutto si è visto dal 2-0 in poi, troppo tenero, troppo preoccupat­o, sentiva come un macigno il primo posto, ha perso tutta la sua sicurezza, gli è venuta la tremarella. Doveva chiuderla e non lasciare all’Inter la possibilit­à dell’impresa che alla fine avrebbe meritato di realizzare: negli ultimi secondi, palo di Jovetic e palo di Miranda. Il primo posto se n’è andato così.

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MOSCA L’urlo di Gonzalo Higuain dopo aver realizzato il gol dell’1-0

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