Corriere dello Sport (Campania)
Dal gol al Real Madrid alle esclusioni di Emery
Potrebbe concludersi con un unico, seppur prestigiosissimo gol all'attivo l'esperienza liguera di Ciro Immobile, atterrato a Siviglia, l'estate scorsa, con l'ingrato compito di far dimenticare Carlos Bacca, passato nel frattempo al Milan. «Carlos ha realizzato un sacco di gol», l'esordio del bomber di Torre Annunziata, lo scorso 13 luglio, nel giorno della presentazione ufficiale come nuovo giocatore della squadra andalusa. «Io voglio fare altrettanto bene. Anche se non sono abituato a parlare di numeri, sono convinto che segnerò moltissimo». Sarà per un ambientamento più complicato rispetto al previsto, sarà per le scelte tattiche di Unay Emery, sarà per l'agguerrita concorrenza, ma le cose non sono andate come dovevano per l'ex Borussia Dortmund, che nelle fila dei detentori dell'Europa League non ha trovato lo spazio e, conseguentemente, le reti che, nei piani, dovevano garantirgli un ruolo da titolare inamovibile nello scacchiere degli azzurri di Conte che, a partire da giugno, affronteranno l'avventura dell'Europeo francese.
CONCORRENZA. Doveva essere la stagione del rilancio per Immobile, dopo la complicata esperienza di Dortmund, ma per il momento le cose non sono andate per il verso giusto per il buon Ciro, che al momento può sorridere solo per il decisivo gol rifilato al Real Madrid lo scorso 8 novembre. Una gioia immensa quel 3-2 nella Liga, al Sanchez Pizjuan, contro la squadra di Rafa Benitez, ma purtroppo isolata, fatta eccezione per le altre due reti, siglate in altrettante gare, contro l'abbordabile Logroñes in Coppa del Re. Il problema è che l'ex bomber del Torino, prelevato con la formula del prestito oneroso dal Borussia per una cifra prossima ai 3 milioni, con il dichiarato scopo di apportare al Siviglia quell'esperienza internazionale sottoscritta da quei 4 gol in Champions League insaccati l'anno precedente per i tedeschi, alla fine non ha trovato lo spazio che si auspicava nello scacchiere di Unai Emery. Colpa di quel 4-2-3-1 insindacabile, che lascia spazio a un unico centravanti e dell'ingombrante presenza di Fernando Llorente e Kevin Gameiro, che alla prova dei fatti hanno relegato l'attaccante campano a terza scelta dell'allenatore basco. Così si spiegano gli appena 255' disputati in Liga e i 544' totali, distribuiti in 13 spezzoni di partita. Di qui, la voglia di tornare in Italia.
L’attaccante è stato frenato dal modulo e dalla concorrenza di Gameiro e dell’ex juventino Llorente