Corriere dello Sport (Campania)
Quel sogno mai nascosto nato a Torre Annunziata
NAPOLI - In fondo in fondo, è una striscia d’asfalto, una ventina di chilometri: l’austostrada del sogno parte a Torre Annunziata, arriva sino a Fuorigrotta e racchiude la favola da poter vivere, un giorno, con gli occhi palancati. «E’ da quando sono bambino che ci penso». E’ la vita di chi nasce all’ombra di una maglia, che poi si trasforma in magìa, è il desiderio sfrenato che Ciro Immobile ha confessato sempre, in tempi non sospetti e persino prima d’immergersi nel clima festaiolo del Natale, l’anteprima d’un festival che comincia con il mercato. Torre Annunziata, Napoli e via con la fantasia, a immaginarsi con quella maglia che persino Careca gli ha sistemato sulle spalle («io lo vedrei bene al fianco di Higuain»). E’ una investitura assai pesante e lascia il segno.
SINFONIA ZEMAN
E’ una corsa lenta, avviata da fanciullo, spinta da prepotenti accelerazioni a Pescara, in quella stagione in cui un tandem di scugnizzi - Insigne e Immobile - si lasciò cullare dal modello d’un calcio fatto proprio per loro e disegnato (da sempre) da Zeman: promozione in serie A, però addobbandola con ventotto reti in trentasette partite, riuscendo a segnare in qualsiasi modo, nei tagli, nelle chiusure sul primo e sul secondo palo, nelle verticalizzazioni immediate. Insomma, un uomo e le sue varie versioni.
IL GRANDE SOGNO
Il Pescara è il primo exploit ed è quello che lo trascina nella Genova rossoblù, poi nella Torino granata e infine a Dortmund, alla corte di Klopp, l’anticamera di un’altra migrazione, stavolta in Spagna, al Siviglia, però tenendosi stretto il Napoli attaccato alla pelle, svelando se stesso, ad oltranza, finanche il 16 dicembre scorso, in un’intervista radiofonica - a Kiss Kiss - in cui viene squarciato l’orizzonte. «Non so se riuscirò a giocare con quella casacca, ma per un napoletano è facile immaginare cosa rappresenti una possibilità del genere».