Corriere dello Sport (Campania)
No al Real per Pjanic, c’è Perotti dopo la Befana
Il suo botto di Capodanno è una musica dolce: «Tornerò presto». Ai microfoni di corrieredellosport.it Francesco Totti apre uno spiraglio: «Penso di esserci a Verona. Poi non so se giocherò la prima o la seconda partita dell’anno». Comunque ci siamo, il peggio è alle spalle, il 2016 di un magnifico quarantenne avrà tante storie importanti da vivere. Totti lo ha già detto a Garcia: se serve, sono disponibile da subito. E adesso l’allenatore, che era orientato a farlo preparare con calma al rush finale della stagione, pensa di anticipare i programmi. Mica si può rifiutare un’offerta così.
OPZIONE. Convocato contro il Chievo, magari senza rischiare, titolare contro il Milan. Anche come sostegno psicologico, Totti alla Roma servirebbe tantissimo. Dipenderà anche dagli allenamenti dei prossimi giorni, dalle risposte di un fisico sollecitato da tanto lavoro dopo tre mesi di quasi totale inattività. Però quel «penso di esserci» schiarisce il futuro. Lo spegne di inutili illazioni e lo carica di speranze, soprattutto in assenza di Dzeko che tornerà in gioco a metà gennaio contro il Verona all’Olimpico. OTTIMISMO. Totti a sua volta ripartirà quando sarà al top, convinto di poter essere sempre tanto per la Roma. Come confidava al presidente Pallotta qualche settimana fa, ha ancora stimoli ed energie sufficienti per sopportare lo stress del calcio professionistico. E con la sua classe infinita, si sente pronto a offrire il contributo consueto di qualità. Per lui parlano ancora i numeri realizzativi: in questo disgraziato inizio di stagione, composto di sole 3 presenze, Totti ha segnato un gol al Sassuolo, il suo trecentesimo nella Roma. E nel 2015 è arrivato a quota 7, gli stessi di Dzeko (City incluso) che ha dieci anni di meno ed è stato il colpo di mercato più importante dell’estate scorsa. Inoltre con 10 reti, nella passata stagione, è stato il miglior marcatore della squadra, raggiungendo la doppia cifra per la quindicesima volta in carriera.
IL SEGRETO. Come ha fatto Totti ad allungarsi la vita professionale? In parte ha inciso la componente genetica. Ma il resto è venuto grazie alla sua straordinaria applicazione. Dopo l’era Capello, Totti ha cominciato a seguire un regime di dieta ferrea fatto di carne bianca, verdura, pochi carboidrati e pochi dolci, nonostante un piacere sfrenato per la Nutella. E ovviamente, zero alcol e zero fumo. Si allena con una meticolosità impressionante, tanto che diversi allenatori (Garcia incluso) lo hanno indicato come «un esempio da seguire» nel quotidiano. La sera va a dormire presto, anche per seguire il ritmo dei figli Cristian e Chanel, a cui in questo intrigante 2016 si aggiungerà un terzo bimbo («E non vogliamo sapere il sesso fino all’ultimo» ha detto la moglie Ilary). Infine, per non lasciare niente al caso: ogni estate, a ridosso del ritiro, si impone una settimana in una famosa beauty farm di Merano, dalla quale torna purificato e rigenerato.
ABBRACCI. Il suo preparatore e amico fraterno Vito Scala in una delle rare interviste disse: «Totti giocherà fin quando non alzerà un braccio per dire basta». E così accadrà. Intanto ieri ha ricevuto una coccola inattesa da un artista poco appassionato di calcio, Jovanotti, dopo l’incontro nel backstage al concerto di domenica: «Totti mi è sempre piaciuto, sarà per la rima in... otti. O perché è nato il mio stesso giorno, dieci anni dopo». 27 settembre, uno nel 1966 e l’altro nel 1976. Ma soprattutto perché «essere il “capitano” di nome è una cosa, esserlo di fatto è un’altra. Lui è un vero mito».
(m.e.) Nessuno pensava sarebbe stato facile chiudere la storia. Martedì sera la partita di beneficenza “Voi siete leggenda”, con un bel pezzo della storia della Roma a giocare per divertimento e per raccogliere fondi a favore dei bambini disagiati che desiderano praticare lo sport, ha riportato allo stadio anche i tifosi dissidenti. Poco meno di 15.000 persone, hanno comunicato gli organizzatori tra i quali c’è l’ex giocatore giallorosso Vincent Candela. La questura ha ribattuto: «Erano 11.700, dei quali 4.000 in Curva Sud».
Anche nelle manifestazioni a sfondo politico i dati di fonti diverse non coincidono mai. La questura però si è spinta fino a
Dieci lettere: «Incedibile». Una parola sola che non concede aperture, anche se contraddice la filosofia della Roma americana. Ma quando ci vuole, ci vuole. Miralem Pjanic non è in vendita. Almeno a gennaio. Se poi a giugno qualcuno si presenta con il 45 milioni della clausola rescissoria, è un altro discorso. Ma sono prospettive lontanissime. Oggi, la Roma non può perdere un giocatore così. Nemmeno se l’interlocutore si chiama Real Madrid, l’avversario impossibile di Champions League negli ottavi di febbraio-marzo.
MOVIMENTI. In Spagna insistono. E non sbagliano, perché la storia è fondata. Gli uomini di Florentino Perez hanno sondato l’entourage di Pjanic, nelle persone del padre Fahrudin e anche del procuratore ufficiale, tale Michael Becker. E’ stato il primo passo concreto, dopo i sondaggi informali effettuati ipotizzare «l’aggravamento della misura dei Daspo (già irrogati), oppure l’applicazione di nuovi ». Perché la serata non è passata liscia come avrebbe dovuto: «Tre persone denunciate per resistenza a pubblico ufficiale, steward minacciati all’interno della curva, cori offensivi contro le forze dell’ordine e le istituzioni, un petardo e 6 fumogeni accesi, le vie di sicurezza occupate». L’avvocato Lorenzo Contucci, spesso chiamato a sostenere in sede legale le posizioni dei tifosi, replica: «Daspo (divieto d’accesso allo stadio) inapplicabile perché la partita non era una manifestazione sportiva organizzata in ambito Coni».
Garcia ha bisogno di lui, che nel 2015 ha segnato 7 gol Lo stesso numero del celebrato Dzeko
Jovanotti lo elogia: «Lo considero un mito, ci sono capitani di nome e capitani di fatto...»
l’estate scorsa da Luis Enrique per il Barcellona. Pjanic ovviamente è lusingato dall’interessamento ma non può che rispondere da giocatore della Roma: al momento è un incastro che non si può realizzare.
IL COLLOQUIO. Nell’immediato, intanto, la Roma si concentra sul principale rinforzo da garantire a Rudi Garcia: il sostituto di Iturbe, che già si sta allenando con il Bournemouth in Inghilterra. Il nome scelto è ormai acclarato, più nitidamente rispetto al solito: Diego Perotti. Bisogna arrivare a un accordo con il Genoa ma a Trigoria sono ottimisti, perché hanno la disponibilità del giocatore. Ballano circa 4 milioni tra domanda (12 milioni) e offerta (8). Con Torosidis, richiesto pure dal Torino, pronto ad entrare nella trattativa. Perotti ieri è tornato in Italia dopo le vacanze in Sudamerica e aspetta informazioni dal suo manager, Paolo Palermo, sapendo che comunque non sarebbe a disposizione per le prime due partite del 2016: deve scontare due giornate di squalifica per l’espulsione rimediata contro il Bologna. Un accelerazione è prevista dopo la Befana, quando Enrico Preziosi rientrerà dalle vacanze a Dubai. Due giorni fa intanto il ds Sogliano è stato a Trigoria per parlare a quattr’occhi con Sabatini. Ma ovviamente l’incontro si è concluso con un caloroso arrivederci, senza poter firmare niente.
Il bonsiaco figura tra gli incedibili Per l’argentino del Genoa si attende il ritorno di Preziosi