Corriere dello Sport (Campania)

Klopp rincorre l’Europa

- Di Gabriele Marcotti di Enrico Marini

Due vittorie consecutiv­e nel nome di Christian Benteke, decisivo sia contro il Leicester che a Sunderland. Sei punti per dare solidità ad una classifica minata dai troppi sali e scendi. Quell'incostanza di rendimento, e di risultati, che neppure l'arrivo di Jurgen Klopp lo scorso ottobre ha saputo, almeno finora, curare. Oggi, all'ora di pranzo in casa del West Ham, il Liverpool cerca conferme. E punti per guardare più in alto. L'obiettivo minimo resta la qualificaz­ione alla prossima Champions League, quel quarto posto lontano cinque lunghezze. Ma sognare è lecito, soprattutt­o in una piazza tradiziona­lmente calda come Liverpool. Se l'avventura sulla panchina dei Reds era cominciata in maniera incoraggia­nte (11 punti nelle prime sei partite, una sola sconfitta), dicembre aveva portato solo delusioni e incertezze a Klopp. Tre partite, un solo punto, la bocciatura di Newcastle, la sventola a Watford. Dopo Natale però si è visto un altro Liverpool, forse meno scintillan­te ma decisament­e più pragmatico ed efficace: due gol e sei punti. «La differenza è che ora lottiamo per il risultato. Prima dovevamo giocare al meglio per vincere - l'analisi di Klopp - viceversa rischiavam­o sempre di perdere. Ma se vuoi avere risultati costanti devi saper fare punti anche quando non giochi benissimo. E sono molto contento perché nelle ultime due uscite ci siamo riusciti, soprattutt­o con prestazion­i molto positive in difesa».

LOUISSULLA­GRATICOLA.Secontroil­ChelseaLou­is Van Gaal era stato salvato dalla prestazion­e finalmente convincent­e - dei suoi, oggi pomeriggio contro lo Swansea servono i tre punti. Inderogabi­lmente. Non solo per puntellare la panchina dell'olandese che resta quanto mai traballant­e. Quanto per rianimare le ambizioni di una stagione fin qui deludente oltre ogni più negativa aspettativ­a. Con due soli punti nelle ultime cinque partite, i Red Devils sono precipitat­i nell'arco di un mese dal primo posto in classifica al sesto, a nove punti dal vertice, scavalcati da cinque squadre e raggiunti dal Liverpool che nel frattempo ha recuperato loro cinque lunghezze di svantaggio. Una crisi nerissima dalla quale Van Gaal spera di uscire prima che sia troppo tardi. «Questa non è la prima squadra, e probabilme­nte non sarà neppure l'ultima, con la quale ho dovuto attraversa­re un brutto momento. Ho vissuto situazioni difficili ovunque, in ogni club che ho allenato, ma devo ammettere che i migliori tifosi, i più pazienti, sono quelli del Manchester United - la sviolinata dell'ex ct dell'Olanda - nonostante i cattivi risultati ci hanno sempre sostenuto, applaudend­o i giocatori. Ciononosta­nte dobbiamo tornare a vincere (lo United manca l'appuntamen­to con la vittoria da otto partite in tutte le competizio­ni, la peggiore striscia dal 1990, ndr) perché vogliamo uscire da questo difficile momento, e tornare in alto. Non ci accontenti­amo di un campionato da metà classifica». Contro i gallesi serviranno soprattutt­o i gol di Wayne Rooney, due sole reti in questa stagione, a secco da metà ottobre (Everton-United 0-3). Un digiuno che rischia di pregiudica­rgli la maglia da titolare con l'Inghilterr­a ai prossimi Europei. HIDDINK. Trasferta ricca di insidie anche per il Chelsea, atteso domani dal Crystal Palace nell’ennesimo derby londinese. Dopo la vittoria contro il Sunderland che aveva salutato il licenziame­nto di José Mourinho, Guus Hiddink ha inanellato due pareggi che mantengono i Blues nei bassifondi della classifica, solo tre punti dalla zona retrocessi­one. «E’ tempo di cambiare marcia, se vogliamo dare un senso più concreto a questa stagione dobbiamo fare punti per recuperare posizioni», le parole del tecnico olandese.

I Reds sono a -5 dalla zona Champions Klopp: «Abbiamo sistemato la difesa e vinciamo di più»

Con lo Swansea nuovo esame per il Manchester Utd Van Gaal aspetta i gol di Rooney

Neanche il tempo di un brindisi che riparte la Liga. A Barcellona la fine dello stop al mercato coincide col miglior momento dei suoi tre tenori, che oggi proveranno a battere un Espanyol che da 13 partite non vince un derby di Liga. Contro il Levante, invece, il Cholo punterà su una filosofia, quella schietta del "partido a partido", che gli ha permesso di scavalcare i blancos. Infine domani

(g.m.) - L’eterna promessa contro la più inattesa sorpresa. La corsa alla Premier League è più che mai aperta, ma in vetta - al giro di boa sono appaiate Arsenal e Leicester. Stessi punti dopo 19 giornate, con i Gunners avanti in virtù della migliore differenza reti. Doppio appuntamen­to casalingo, contro Newcastle e Bournemout­h. Gli uomini di Wenger hanno vinto quattro delle ultime cinque partite, trascinati da Masut Ozil, protagonis­ta di una stagione esaltante, la migliore dal suo sbarco in Premier. «E’ un atleta completo - le lodi del suo allenatore - è cresciuto di personalit­à». Rischio defezione sarà la volta di un Real sconquassa­to dalla contestazi­one a Benitez e dai casi che riguardano James Rodriguez e Isco.

TRIODELLEM­ERAVIGLIE.LuisEnriqu­e riparte da un trio d’attacco che, nonostante l'infortunio di Messi, ha segnato già 35 reti in Liga, ovvero l'87,5% dei gol dei blaugrana. Mentre dall'altra parte dell'oceano fanno scalpore le parole del Tata Martino, ct dell'Argentina, che sta seriamente pensando di non convocare la Pulce per l'Olimpiade viceversa per il capocannon­iere Jamie Vardy, alle prese con un virus intestinal­e. «Vogliamo battere il Bournemout­h, anche se so che tutti vorrebbero sentirmi fare altri proclami - le parole di Ranieri ma la verità è che ad inizio stagione si parlava solo di retrocessi­one, è giusto dunque mantenere il giusto equilibrio. Quello che abbiamo fatto è un miracolo. E se arriviamo fra le prime quattro, non è un miracolo, è qualcosa di più grande, di un’altra galassia. Ma non ci compete correre per il titolo. Vardy e Mahrez? Restano qui». Nel Bournemout­h, non ci sarà l’ex gialloross­o Iturbe, ieri ufficializ­zato. di Rio: «Difficilme­nte Messi ci sarà». Luis Enrique invece gongola per l'abbondanza garantita dalla fine dello stop-Fifa che permette finalmente di poter contare (a partire dal derby di Coppa del Re di mercoledì, sempre contro l’Espanyol) su Arda Turan e Aleix Vidal, e di puntare sul gioiellino Denis Suarezperi­lmercatoin­vernale.

DUE FACCE A MADRID. L’Atletico accoglie il 2016 con un sorriso. Dopo la grave lesione di Tiago, oltre allo sbarco programmat­o dell’ex-River Plate Kranevitte­r è arrivato infatti anche Augusto Fernandez che Simeone ha accolto così: «È un giocatore importante che ci dà diverse opzioni a centrocamp­o». Oggi contro un Levante ultimo in classifica il Cholo vuole la massima concentraz­ione anche da parte di una panchina che, con Correa e Jackson Martinez, si è dimostrata fondamenta­le per portare a casa i tre punti nell’ultima di campionato. Nervi a fior di pelle, invece, al Real Madrid. Ieri l’ultima bufera, con la polizia costretta ad inseguire James Rodriguez dopo averlo pizzicato a 200 km/h per non arrivare in ritardo all’allenament­o. Il giocatore non ha risposto all’alt e ha proseguito la corsa fino al centro sportivo dove la polizia non è però potuta entrare. Oltre a una pesante multa, il giocatore rischia ora anche il ritiro della patente. Non bastasse, c’è anche il caso Isco, con l’andaluso stufo dopo tre panchine di fila e la sua plateale reazione per l’esclusione di Kroos contro il Villarreal. Secondo radio Onda Cero, però, Isco sarebbe stato rassicurat­o dal club: «Tranquillo che Benitez se ne va». E se Ronaldo non cambia mai - come dimostra in un’intervista a Mundo Deportivo: «Sono fatto per essere il migliore. Tutto quello che ho conquistat­o nel calcio è stato grazie al fatto che sono così, non mi si può chiedere di cambiare» sembra però che una rivoluzion­e colpirà il Real e tutti puntano gli occhi sulla traballant­e panchina merengue.

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Jurgen Klopp, 48 anni, allena il Liverpool dal 9 ottobre scorso
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James Rodriguez, 24 anni, al Real Madrid dal 2014

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