Corriere dello Sport (Campania)
“FUORIGIOCO” IL FISCO MESSO OLTRE LA LINEA
Gravi reati tributari contestati a manager, dirigenti e calciatori: si ipotizza un’evasione di ben 12 milioni
La Procura di Napoli ritiene che, tra il 2009 ed il 2013, ci siano stati una serie di reati di carattere tributario da parte di una sessantina personaggi e di circa una trentina di società. In sintesi, ed in soldoni, saremmo di fronte ad un’evasione fiscale pari a circa 12 milioni di euro, per recuperare i quali si è già mosso, chiaramente, il Nucleo di Polizia tributaria che ha provveduto ad eseguire un decreto del Gip. Meccanismo non semplice da sintetizzare: i magistrati ritengono che dietro la firma d’un contratto d’un calciatore si nascondano meccanismi per emettere fatture per «prestazioni soggettivamente inesistenti». E che ciò abbia anche favorito, dunque, la nascita di una sistema attraverso il quale si sarebbe riusciti ad evadere il Fisco. La Procura di Napoli fa luce con un proprio comunicato nel quale spiega che «i procuratori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa necessaria nell’interesse esclusivo dei club, mentre invece venivano tutelati gli interessi degli atleti dagli agenti stessi degli assistiti». Fa fede sempre il comunicato: «Le società approfittavano, perché potevano completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando pure della detrazione dell’imposta sul valore aggiunto relativa a quella pseudo-prestazione ricevuta in esclusiva». Assai più semplice parlare d’altro, di calcio ad esempio, però dietro una società di calcio, un manager, un calciatore, si nascondono ormai interessi smodati e dunque il rischio di commettere errori - o peggio ancora reati - nei quali le Procure sono doverosamente chiamate ad indagare.
Da una storia apparentemente laterale, con