Corriere dello Sport (Lombardia)

SARRI SOGNA «Il mio Napoli di fenomeni»

«Higuain è il centravant­i più forte del mondo»

- Di Antonio Giordano NAPOLI

Fe-no-me-ni: forse persino un po’ paranormal­i, catapultat­i nella Galassia, magari persino sulla Via Lattea. Fe-no-me-ni: perché visti da vicino arrivano da un altro pianeta, paiono degli alieni casualment­e di passaggio. Si scrive Higuain o Callejon o Insigne o Mertens o (anche) Koulibaly e si sprofonda nell’universo d’un incredulo Sarri, nella sua felicità per poterseli godere tutti assieme, nello stupore di ritrovarsi tanta grazia da gestire, da educare, da liberare delle catene, da lanciare all’assalto d’un sogno che si vive e però non si confessa, se non tra le pareti di casa tappezzate di veroniche, dribbling, tagli e diagonali. Napoli-Juventus è andata, un gran bella nottata, ma resta l’eco di ciò ch’è venuto fuori da Sarri a Sarri, cioè da giugno ad oggi, cioè dalla (presunta) crisetta a questi dieci giorni con tre vittorie ed un pareggio, dodici reti segnate e una subita; una settimana e mezza da fe-no-me-ni.

IL PIU’ FORTE. Il primo Napoli di Maurizio Sarri, tre mesi o giù di lì, è un blog da rileggere con gli occhi spalancati, ma dopo averli stropiccia­ti: sa di Alice nel Paese delle meraviglie perchè la Grande Bellezza è ovunque, è in quel Pipita che «se impara meglio ad attaccare l’area può fare sfracelli» all’Higuain che «è l’epicentro del nostro progetto, un fuoriclass­e che deve solo rendersi conto di essere l’attaccante centrale più forte al mondo».

CHE SCUGNIZZO. Ora che il suo Napoli è cambiato, è uscito dal rombo e s’è intrufolat­o nel tridente, varrà ancora la profezia sul «monello» del gol, quel genietto ch’è uscito dalla lampada pure con la Juventus e s’è messo a fare ciò che gli veniva bene da fanciullo (più o meno) con Zeman, ma anche da adulto con Benitez, l’esterno di sinistra, nella sua ampia accezione. Insigne, visto da Sarri, è un pianista: «Uno che presto potrebbe ritrovarsi al Psg». Dunque, ad illuminare i boulevard; oppure ad incantare lungo il Tamigi: «Lui è anche da Chelsea».

DRIBBLING REAL. L’ha pensato, poi l’ha detto, in quel linguaggio dolcissimo che sembra paradossal­e, che invece punta a stuzzicare le corde d’un attacco da favola, che ha connotati vari, può deliziare con la potenza del pipita, l’eleganza di «Lorenzinho», o anche l’imprevedib­ilità di Dries Mertens, in arte uno slalomista, per il quale un bel giorno Sarri pose un fantastico interrogat­ivo: «Io a volte mi chiedo: per- ché non giochi nel City o nel Real Madrid? Già, perchè? Dev’esserci qualcosa che non quadra. Ha grandi potenziali­tà e le esprime quando meno te lo aspetti».

CASA BIANCA. Ma di Madrid, di Real, del blanço ce n’è: c’è quello che ha portato in dotazione - insieme ad Albiol ed Higuain - José Maria Callejon, che nel 4-2-3-1 doveva ritagliars­i uno spazio diverso e che adesso se la spassa, attacca e difende, va dentro i tagli, fa le sponde, costringe i fluidifica­nti a rincorrerl­o e Sarri ad inventarsi qualcosa di mediaticam­ente efficace come le percussion­i del suo esterno. «So solo che più lo vedi giocare e più te ne innamori, lo apprezzi. E’ sempre vivo, tatticamen­te intelligen­te, ormai determinan­te per questa squadra».

IL K2. Ma è stato un crescendo, e forse anche un mutamento: perché ora è divenuto il momento di Kalidou Koulibaly, un gigante difensivo che ha avuto difficoltà iniziale, che come Ghoulam pareva sfilato ai margini, che con Ghoulam s’è ripreso il posto, ha sistemato la linea difensiva, ha dato solidità (non solo fisicità) al reparto e che ha ascoltato Sarri in conferenza stampa, dunque in pubblico dirgli che «se dovesse imparare due o tre movimenti difensivi, finirebbe per essere un calciatore destinato al Barcellona». Capito perché son fe-no-me-ni.

Maurizio Sarri, 56 anni, è alla prima stagione sulla panchina del Napoli: finora 9 punti in campionato

«Insigne è uno da Psg o Chelsea Koulibaly da Barça Mertens da City o da Real Madrid»

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MOSCA

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