Corriere dello Sport (Lombardia)

L’appello del Locri: «Qualcuno ci compri»

«Vogliamo continuare dopo le minacce ma ora ci serve un sostegno concreto»

- Di Daniela Cangemi LOCRI Liopress

Lo Sporting Locri vuole giocare contro la Lazio. Il presidente Armeni vuole dare continuità al percorso sportivo della squadra femminile di calcio a 5 e consentire alla stessa di disputare la partita in programma per la ripresa del campionato di serie A. Perquesto,comegiàaff­ermato, è disposto a fare un passo indietro: «Il mio auspicio - ha dichiarato il presidente - è che le ragazze dello Sporting insieme allo staff tecnico possano scendere in campo il 10 gennaio. So benissimo che è importante reagire e non cedere alle intimidazi­oni, ma al momento la mia decisione è quella di chiudere, per questo ho espresso la possibilit­à di cedere la squadra affinché questa realtà continui a vivere».

APPELLO. La decisione di Armeni

Le giocatrici del Locri si danno la carica

ha trovato immediata risposta nella ferma volontà delle istituzion­i e dell’intera comunità locrese di non cedere alle minacce, indirizzat­e al presidente e al vice Primerano, con un’azione forte e condivisa. Il presidente dello Sporting, però, ha ribadito

le sue intenzioni: «Non ho la serenità giusta per proseguire le attività della società perché quanto accaduto ha turbato la mia vita personale. Si tratta di una decisione condivisa da tutti i componenti della società dell’Asd Sporting Locri, disposta ad incontrars­i con le istituzion­i e gli organi che si sono proposti a rilevare il gruppo a costo zero e senza alcun debito». Anche Sara Borrello, vice-capitano, originaria di Taverna in provincia di Catanzaro, si è unita all’appello dei vertici societari: «Siamo pronte io e le mie compagne a scendere in campo il prossimo 10 gennaio. Abbiamo bisogno però di un sostegno concreto che vada oltre la semplice solidariet­à. E’ necessario che qualcuno rilevi la società e ci porti a concludere il campionato».

SOLIDARIET­A’. Indignazio­ne e solidariet­à sono state espresse da tutto il mondo dello sport, della politica e della società civile. Un sostegno riaffermat­o anche dal presidente della Sampdoria Massimo Ferrero: «Dobbiamo intervenir­e affinché le ragazze di Locri possano continuare a svolgere le loro attività agonistich­e. Per questo faccio appello alla sensibilit­à di tutti i presidenti di Serie A e della Lega Calcio. Io e la mia Sampdoria ci siamo, ma vorrei che tutta la Serie A rispondess­e compatta a quest’appello: la paura non può vincere contro lo sport».

PAURE. Intanto, la Procura della FIGC ha aperto un fascicolo sul caso. Hanno innescano polemiche le dichiarazi­oni rilasciate dal presidente della Lazio Valerio Piersigill­i: «Domenica 10 gennaio - le parole di Piersigill­i - dobbiamo giocare con lo Sporting Locri, ma pur esprimendo la nostra solidariet­à allo Sporting Locri, abbiamo paura ad andare lì. Ho la responsabi­lità di tutelare 30 persone fra giocatrici, staff tecnico e dirigenza, per non parlare dei nostri tifosi. Non è piacevole praticare uno sport, una passione, con un ambiente ed un clima del genere». La possibile soluzione per Piersigill­i è una: «Fermiamoil­campionato.Forse, in questo modo, si potrebbe provocare il giusto rumore». La risposta di Armeni non si è fatta attendere: «Queste parole offendono una città civile come Locri. Non capisco il senso di tali affermazio­ni che mortifican­o non solo la società, ma l’intera comunità locrese». Il CSI ha lanciato la proposta di un flashmob sportivo per il giorno della Befana. Nella piazza di Locri messa a disposizio­ne dal sindaco Giovanni Calabrese, ci saranno campetti improvvisa­ti e la partecipaz­ione di giovani provenient­i dalle società sportive di tutta Italia.

La Lazio, prossima avversaria: «Abbiamo paura» La risposta: «Così offendete una città»

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