Corriere dello Sport (Lombardia)
YAMAHA R1 In strada la MotoGP di Vale
Supersportiva, nata dalla M1 di Rossi e Lorenzo, ha 200 cv e tanta elettronica
Il ritorno della Yamaha nella Superbike è coinciso, non a caso, con il lancio sul mercato della nuova R1. Non solo un’altra moto supersportiva, ma una supersportiva nata sull’esperienza della M1, pluriridata in MotoGP con Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. Lasciamo da parte l’estetica legata alla funzionalità. Parliamo di guida. Fin dai primi metri la sensazione è quella di guidare una vera moto da corsa stradalizzata. L’R1 è più leggera e reattiva rispetto a qualunque moto di serie. Duecento cavalli, 314km/h di velocità massima, 199 kg in ordine di marcia. Numeri da capogiro con una compattezza da 600cc, ma non basta. Se il corpo e l’anima non bastassero c’è anche il cervello: una elettronica da MotoGP. Per la prima volta su una moto di serie, infatti, viene adottata una sofisticatissima piattaforma inerziale (IMU) a 6 assi che comprende tre sensori giroscopi che misurano rollio, beccheggio e imbardata, e tre sensori di gravità che trasmettono dati sull’accelerazione nelle tre direzioni assiali.
TANTA ELETTRONICA. A che pro? Semplice, far funzionare al meglio i controlli di trazione variabili in funzione dell’angolo di piega, il Traction Control System (TCS), e lo Slide Control System (SCS). In parole povere Yamaha ha messo nella R1 un po’ della sensibilità della premiata ditta Rossi & Lorenzo. Per non farsi mancare nulla e farci sentire un po’ piloti di MotoGP la dotazione digitale comprende anche il Lift Control (antiinpennamento), Quickshifter, ABS con Unified Brake System (sistema di frenata unificata che consente di entrare in spazzolata controllata) ed anche il Launch Control. Insomma, potete sfidare gli amici in una drag-race, o far finta che il semaforo di fronte al quale vi trovate sia quello di un circuito mondiale…ma occhio alla patente. Se, poi siete di quelli che vogliono tener traccia dei miglioramenti, è possibile anche istallare il Control Unit (CCU) per scaricare su Pc tutte le informazioni e i dati ottenuti in pista.
MOTOREDAURLO. L’R1 2015 comunque non è solo CPU: il motore è un 4 cilindri frontemarcia “crossplane” a scoppi irregolari derivato da quello della M1 MotoGP, con una cilindrata di 998 cc. Rispetto alla versione precedente cambiano non solo alesaggio e corsa ma anche rapporto di compressione, cilindri, testa, bielle e iniezione elettronica. Ci sono inoltre alcune raffinatezze: le bielle sono in titanio, più leggere del 40% rispetto a quelle in acciaio, e i pistoni sono forgiati in alluminio. L’airbox è stato maggiorato del 23% per introdurre un volume maggiore di aria nei condotti a lunghezza variabile che ottimizzano coppia e potenza ad ogni regime. L’R1, che eroga una coppia di 11,1kgm, da il meglio di se ai medi regimi. Dai 5.000 fino ai 13.500 giri il motore urla e spinge in modo progressivo fino al limitatore. La connessione gas-ruota posteriore è diretta, molto reattiva con la mappa A. Con la curva di potenza B (modificabile anche durante la marcia), l’erogazione risulta più dolce senza ridurre comunque la potenza finale. Qualche cifra: la prima lunga porta a 165Km/h, la seconda a 200, la terza a 235, la quarta a 270 e la quinta a 299. In sesta su rettilineo si superano i 300km/h. La nuova Yamaha YZF-R1 MY 2015 è disponibile nelle due colorazioni Racing Blue e Racing Red. Prezzo: 18.490 € e 22.490€ per la M.
Una bella immagine della nuova, aggressiva supersportiva stradale Yamaha R1 durante un test in pista
Arriva a 314 km/h e ha un sistema che gestisce il traction control in funzione dell’angolo di piega
Il motore è stato completamente cambiato. I freni sono da gara. Costa da 18.490 a 22.490€