Corriere dello Sport (Lombardia)

Jordan: Kobe, sei stato grande come me

MJ accoglie Bryant a Charlotte con un video messaggio: «Sei un fratello minore»

- Di Roberto Zanni MIAMI roz/ecp

In Italia è diventato “Il sogno di Calvin”, ma il titolo originale di quel film del 2002 era “Like Mike”, e così è stata la carriera di Kobe Bryant: come “Mike Michael Jordan”. Black Mamba l’ha studiato, inseguito, imitato in tutti gli aspetti. C’è anche un video, si chiama “Identical plays”, che mostra le giocate simili, anzi proprio identiche, che uniscono le due star: tiro, finte, schiacciat­e, persino la famosissim­a lingua di fuori, il dito che dice di no e le celebrazio­ni sul campo. Cambia solo il numero di maglia e la nitidezza delle immagini, il resto è una fotocopia.

Anche la lettera d’addio scritta da Bryant il mese scorso aveva avuto un precedente, nel 2003 (allora fu per l’ultima partita) di Michael Jordan naturalmen­te: identico anche qui l’inizio, “Dear Basketball” e simile il contenuto. Bryant ha sempre voluto emulare Jordan, l’ha superato anche, nella classifica dei marcatori di tutti i tempi. Non ce l’ha fatta invece per gli anelli: cinque contro i sei di “His Royal Airness”. Ma con Sua Altezza Reale c’è stato sempre un rapporto di amicizia

Quello che pochi ricordano è che tra il 2001 e il 2003, quando MJ giocava a Washington,

Jordan, 52 anni, e Kobe (37) nel 2003 Kobe aveva confessato che gli sarebbe piaciuto firmare con i Wizards alla scadenza del contratto con i Lakers, nel 2004, per poter andare in campo al fianco del suoi idolo. Il sogno svanì quando Jordan, alla fine del 2002-03, si ritirò. E KB rimase a Los Angeles, per dichiarare tempo dopo: «Avremmo potuto costruire un grande team io e Michael. E avremmo potuto vincere tanti campionati...».

COME ME. Proprio MJ è stato tra i primi (se non il primo) a sapere dei propositi di ritiro di Bryant, l’estate scorsa. Quante volte sono stati visti andare a cena assieme, nei locali alla moda di Los Angeles? Da Mastro’s Steakhouse, il ristorante delle celebritie­s di Beverly Hills, c’è sempre un tavolo per Black Mamba e MJ. E se le interviste di Jordan sono più rare delle vittorie dei Lakers di oggi, lunedì sera il più grande, da padrone di casa e degli Hornets, ha voluto riservare un tributo speciale (poi la sua squadra ha anche vinto...) al suo erede, come mai si era visto fare da un Numero Uno: un lungo video-messaggio trasmesso prima della partita a Charlotte dove giocavano i Lakers.

Bryant al Draft del 1996 fu scelto proprio dagli Hornets, ma con quei colori ci rimase giusto il tempo di mettersi il cappellino in testa e poi togliersel­o e andare a Los Angeles. In questa tappa del tour d’addio, Kobe, seduto a bordo campo, ha sentito con orgoglio le parole del suo maestro. Parole di rispetto e ammirazion­e per il «fratello più piccolo», e poi quello che Bryant si aspettava di sentire da sempre: «Sono sicuro - ha detto MJ - che sei come me». Due leggende, una che da stella dei parquet si è trasformat­o in ricchissim­o businessma­n e proprietar­io di una franchigia NBA, l’altra il cui futuro, una volta smesso di giocare, anche Jordan è sicuro sarà di successo.

«Sono stato sempre il tuo fratello maggiore - ha detto MJ - sono un tuo grande tifoso, non vedo l’ora di sapere cosa farai dopo e se avrai bisogno di me il mio numero lo conosci...».

 ?? ANSA ??
ANSA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy