Corriere dello Sport (Lombardia)
De Rossi chiede scusa: «Non volevo offendere»
Il problema a volte non è nemmeno chiedere scusa. E’ cosa dire e come dirlo. Daniele De Rossi ha scelto un interlocutore dissacrante, la trasmissione Le Iene, e un atteggiamento leggero per ammettere le proprie responsabilità e il proprio dispiacere. Accusato di razzismo dal tribunale del web per l’insulto a Mandzukic («zingaro di m...») scappato nei primi minuti di Juventus-Roma, De Rossi ha risposto così alle domande dell’inviato di Italia 1 Nicolò Devitiis: «Avete visto tutti quello che è successo. Sono stato beccato da una telecamera mentre dicevo una frase che, insomma, dovevo evitare di dire. Non è la prima volta che si dicono queste frasi e ogni tanto capita in campo…Va beh, dire che se ne dicono tante e che in campo se ne dicono di peggio e che il calcio in quei 90 minuti livella un po’ tutti verso il basso, non è
De Rossi e la Iena Nicolò De Vitiis una giustificazione. Insomma, evitiamo di dirle o, come ha detto il mister, copriamo la bocca». Eh sì perché a caldo Spalletti aveva giustificato la reazione del suo giocatore con le provocazioni di Mandzukic, uscendo dall’impasse con la sua, di provocazione: «Gli insegneremo a mettersi la mano davanti alla bocca per evitare le telecamere». Come fa un ex romanista celebre, Antonio Cassano. De Rossi sta al gioco: «Cassano è cintura nera di mano davanti alla bocca...».
I AM SORRY. Come direbbe la moglie Sarah Felberbaum, che è nata a Londra e lo ha spinto a studiare l’inglese, De Rossi is sorry. «Un messaggio a Mandzukic? Mi dispiace, mi dispiace per chi si è sentito offeso da quella frase». L’incidente non gli è costato un provvedimento da prova televisi- va, dal momento che il regolamento non prevede l’intervento del giudice sportivo su episodi di insulti razzisti non segnalati nel referto arbitrale. Semmai la procura federale potrà deferirlo e arrivare a una decisione (probabile la multa) in tempi relativamente lunghi. In compenso però De Rossi si è beccato la riprovazione quasi unanime dalle tastiere di tutta italia. Un tweet particolarmente duro è stato scritto da Luca Di Bartolomei, figlio del grande Agostino oltre che tifoso romanista, che ne ha chiesto alla società l’allontanamento dalla Roma. De Rossi a Di Bartolomei junior per il momento non ha risposto. In silenzio è rimasta anche la Juventus, che già domenica sera con le parole di Buffon aveva cercato di ridimensionare l’accaduto.
«Mi dispiace per quella frase, in campo a volte esce fuori il peggio di ognuno di noi»