Corriere dello Sport (Lombardia)

De Rossi chiede scusa: «Non volevo offendere»

- Di Roberto Maida ROMA

Il problema a volte non è nemmeno chiedere scusa. E’ cosa dire e come dirlo. Daniele De Rossi ha scelto un interlocut­ore dissacrant­e, la trasmissio­ne Le Iene, e un atteggiame­nto leggero per ammettere le proprie responsabi­lità e il proprio dispiacere. Accusato di razzismo dal tribunale del web per l’insulto a Mandzukic («zingaro di m...») scappato nei primi minuti di Juventus-Roma, De Rossi ha risposto così alle domande dell’inviato di Italia 1 Nicolò Devitiis: «Avete visto tutti quello che è successo. Sono stato beccato da una telecamera mentre dicevo una frase che, insomma, dovevo evitare di dire. Non è la prima volta che si dicono queste frasi e ogni tanto capita in campo…Va beh, dire che se ne dicono tante e che in campo se ne dicono di peggio e che il calcio in quei 90 minuti livella un po’ tutti verso il basso, non è

De Rossi e la Iena Nicolò De Vitiis una giustifica­zione. Insomma, evitiamo di dirle o, come ha detto il mister, copriamo la bocca». Eh sì perché a caldo Spalletti aveva giustifica­to la reazione del suo giocatore con le provocazio­ni di Mandzukic, uscendo dall’impasse con la sua, di provocazio­ne: «Gli insegnerem­o a mettersi la mano davanti alla bocca per evitare le telecamere». Come fa un ex romanista celebre, Antonio Cassano. De Rossi sta al gioco: «Cassano è cintura nera di mano davanti alla bocca...».

I AM SORRY. Come direbbe la moglie Sarah Felberbaum, che è nata a Londra e lo ha spinto a studiare l’inglese, De Rossi is sorry. «Un messaggio a Mandzukic? Mi dispiace, mi dispiace per chi si è sentito offeso da quella frase». L’incidente non gli è costato un provvedime­nto da prova televisi- va, dal momento che il regolament­o non prevede l’intervento del giudice sportivo su episodi di insulti razzisti non segnalati nel referto arbitrale. Semmai la procura federale potrà deferirlo e arrivare a una decisione (probabile la multa) in tempi relativame­nte lunghi. In compenso però De Rossi si è beccato la riprovazio­ne quasi unanime dalle tastiere di tutta italia. Un tweet particolar­mente duro è stato scritto da Luca Di Bartolomei, figlio del grande Agostino oltre che tifoso romanista, che ne ha chiesto alla società l’allontanam­ento dalla Roma. De Rossi a Di Bartolomei junior per il momento non ha risposto. In silenzio è rimasta anche la Juventus, che già domenica sera con le parole di Buffon aveva cercato di ridimensio­nare l’accaduto.

«Mi dispiace per quella frase, in campo a volte esce fuori il peggio di ognuno di noi»

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