Corriere dello Sport (Lombardia)

Tavecchio a Zamparini «Non serve teatralità»

Il patron del Palermo: «Fermiamoci». La Figc: «Non c’è bisogno»

- Di Edmondo Pinna ROMA

« Il calcio non ha bisogno di certe teatralità». Il presidente della Federcalci­o risponde così alla “provocazio­ne” lanciata da Maurizio Zamparini. Al centro, l’operazione «Fuorigioco» della Procura di Napoli, le accuse sono quelle di presunte irregolari­tà finanziari­e legate ai trasferime­nti dei calciatori. Un’inchiesta per la quale il patron del Palermo chiederà agli altri suoi 19 colleghi in Lega, domani, di sospendere il campionato. Una mossa che in via Allegri non è piaciuta. L’inchiesta che ha nuovamente macchiato il calcio è tenuta sotto controllo dalla Figc. Tavecchio ha già parlato con Palazzi, il Procurator­e federale che ha già avviato la procedura per la richiesta degli atti alla procura della Repubblica di Napoli. I rapporti fra i procurator­i, le società e i giocatori sono già da tempo nel mirino anche della giustizia sportiva, gran parte degli ultimi deferiment­i partiti da via Campania riguardano proprio le violazioni al Regolament­o agenti. Per questo la notizia arrivata martedì mattina dell’inchiesta « Fuorigioco» non ha colto di sorpresa nessuno ai piani alti di via Allegri.

FIDUCIA. Tavecchio non ha voluto commentare le parole di Zamparini, se non sottolinea­ndo come «il calcio italiano non ha bisogno di certe teatralità». Il tema della fiscalità è molto caldo, anche nel Palazzo, ma non è certo questo il momento per fare rivoluzion­i. « Le riflession­i sul sistema fiscale possono essere condivise o meno, ma noi auspichiam­o che non ci siano questi tipi di discorsi». Sull’inchiesta vera e propria, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati 64 fra dirigenti, calciatori e agenti, Tavecchio non si sbilancia, anche se è chiaro che un’idea se l’è già fatta. «Bisogna vedere di cosa si tratta, cosa c’è nelle carte. Prima non si può dire molto. Così come non posso rispondere se sono deluso o meno. Bisognerà vedere prima gli atti, poi agiremo». Stesso concetto espresso dal presidente della Lega, Beretta («Inchiesta in corso, non è appropriat­o fare nessun tipo di commento»). C’è fiducia negli organi di giustizia, anche se Tavecchio ci tiene a precisare un aspetto: «Il calcio versa un miliardo e 40 milioni di euro di tasse. C’è il massimo della fiducia in chi deve giudicare e nel loro lavoro. Ci sono degli indagati, rispondera­nno dei fatti che gli vengono imputati, spero che riescano a chiarire la loro posizione. Solo quando la Giustizia avrà fatto il proprio corso potremmo formulare dei giudizi, abbiamo preso atto della situazione da poche ore».

GIUSTIZIA SPORTIVA. Da un punto di vista del calcio, Tavecchio precisa che «non consideria­mo i procurator­i come tesserati ma come profession­isti esterni all’ordinament­o. Per quanto riguarda le società e i calciatori im-

Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio ed il direttore generale, Michele Uva, nel corso della conferenza stampa tenuta dopo il Consiglio Federale

plicati valuteremo tutte le situazioni. Noi siamo la Federcalci­o che ha votato contro Blatter, abbiamo cambiato e vogliamo cambiare il sistema, anche se molti lo dimentican­o. Il nostro interesse non è difendere i mariuoli, ma le persone per bene, un sistema che raccoglie 23 milioni di tifosi».

RISPETTO. E’ quello che chiede il vicepresid­ente della Uefa, Abete, nei confronti della giustizia. «La problemati­ca “ex agenti” diventati ora mediatori, è molto complessa perché manca un quadro regolament­are internazio­nale. Se è tutta fuffa? De Laurentiis ha fatto una sua riflession­e, e se ha parlato così avrà avuto i suoi buoni motivi. Penso che comunque bisogna sempre avere grande rispetto per le indagini svolte dalla magistratu­ra. Non penso che i club rischino qualcosa a livello di punti di penalizzaz­ione, c’è sempre stata una sanzione amministra­tiva e alcune volte una inibizione di periodo contenuto per i dirigenti interessat­i. Ma soltanto leggendo le carte si potrà capire il contenuto specifico della contestazi­one».

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