Corriere dello Sport (Lombardia)

«Due metri ci riproverò»

«So di poter saltare di nuovo certe misure magari a Rio, non sprecherò l’opportunit­à»

- Di Andrea Ramazzotti MILANO

Gli infortuni se li è messi alle spalle e adesso si sente più forte. Alessia Trost vive l’avviciname­nto alle Olimpiadi di Rio con la serenità di un’atleta che è uscita da un tunnel. Adesso vuole solo «saltare in alto», le tre parole che ha ripetuto più volte durante la nostra intervista a Milano, dove è venuta in qualità testimonia­l d’eccezione per la Nike Women Week.

Trost, prima di tutto, come sta? «Ho iniziato a saltare in alto in maniera costante dal 20 dicembre. Lo scorso agosto mi sono lesionata il tendine d’Achille e per 5 mesi sono stata ferma. Pensavo di aver perso... l’idea del salto e invece in un mese ho già dimostrato di poter tornare sui miei livelli. Ora spero di aver saldato il “debito” con la sfortuna».

Come procede l’avviciname­nto a Rio? «Ho un programma intenso con 8 sedute a settimana. Durante il periodo agonistico gli allenament­i diminuiran­no, ma ad aprile torneranno 7-8. Lavoro anche nella “Mind room” dove conosco meglio i segnali del mio corpo attraverso esercizi specifici che per 40 minuti faccio anche usando un computer».

Quando ha fissato il ritorno alle gare? «Il 13 febbraio nel meeting di Gent, poi prenderò parte ai campionati del mondo indoor a Portland e ai campionati europei outdoor ad Amsterdam. Durante tutta la stagione vorrei saltare una media di 1,95 con dei picchi che spero arrivino nelle manifestaz­ioni importanti, ma soprattutt­o a Rio».

A che percentual­e di forma è adesso? «Direi all’85%. Sto abbastanza bene e il mio allenatore (Chessa, ndr) è bravo a portarmi al top quando conta».

La Trost “vale” una medaglia olimpica? «Non lo so, ma a Rio mi aspetto una gara aperta perché non c’è un’atleta nettamente più forte delle altre. Le medaglie andranno a chi sbaglierà di meno, non a chi salta più alto. Io ci credo».

Chi la conosce sostiene che gli ultimi due infortuni l’hanno resa più forte. «Sono stati utili per capire come si fa l’atleta. Non si può pensare di ottenere grandi risultati senza fare fatica, senza impegno, senza esse- re umili e senza gestire al meglio tutti gli aspetti della propria vita».

Chi l’ha aiutata a tornare al top? «Il mio fidanzato, Alberto Gasparin, è un ex saltatore e sa che consigli darmi. Ci siamo conosciuti nelle nazionali giovanili: lui ha smesso e ha scelto lo studio, io punto sull’atletica e studio… con moderazion­e».

Le sue avversarie più importanti ai Giochi dovrebbero essere le russe, coinvolte nel caso doping. Se parteciper­anno, lei con che stato d’animo le affronterà? «Non penso all’ipotesi che non ci siano. Nella mia testa ho l’idea di una gara normale, con le russe in pedana».

Qual è stata la sua prima reazione quando ha saputo dello scandalo doping? «Sono rimasta scioccata, più come ragazza che come atleta. Il doping è quanto più di lontano possa esistere da me».

I raduni della Fidal sono diventati più frequenti e centralizz­ati. Lei che preferisce allenarsi a casa sua, come l’ha presa? «Sono stata criticata perché mi alleno a casa e non capisco perché. Magari la gente pensa che voglia scegliere la strada più semplice, ma in realtà ho sempre partecipat­o ai raduni e mi sono confrontat­a con gli altri».

Finora ha vinto tante medaglie ma le manca quella in una competizio­ne importante. Ritiene che Rio sia l’ultima occasione per non restare un’eterna promessa? «Se c’è una cosa che non farò è mollare perché non salto abbastanza in alto. Aver raggiunto quota 2 metri mi ha dato la consapevol­ezza di poter competere ad alti livelli. Voglio riprovarci e so di potercela fare di nuovo. Ho un’opportunit­à e non posso sprecarla perché noi ragazzi di 20 anni in Italia abbiamo bisogno di opportunit­à».

L’Italia non è paese per giovani? «Le rispondo così: se chiedo ai miei amici cosa pensano del loro futuro mi rispondono che faranno i disoccupat­i».

Se Renzi le telefonerà magari per festeggiar­e una sua vittoria cosa gli chiederà? «Di far fare più ginnastica a scuola perché la ginnastica stacca i ragazzi dal telefonino».

Alessia Trost, saltatrice in alto, compirà 23 anni l’8 marzo

«Noi giovani abbiamo bisogno di occasioni. A Renzi chiederei più ore di ginnastica a scuola»

«Debutto a Gent il 13 febbraio, poi i Mondiali indoor Spero di tenere una media sull’1,95»

Alessia impegnata in pedana agli Europei di Zurigo 2014

«Il mio fidanzato mi ha aiutato dopo gli infortuni. Russe assenti ai Giochi? Non ci penso»

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