Corriere dello Sport (Nazionale)

Sammarco lampo al 91’ Sannino ko

Di Ciofani e Marrone gli altri gol espulsi Soddimo e Borriello Stellone a +4 sulla terzultima

- Di Fabio Massimo Splendore RIPRODUZIO­NE RISERVATA ANSA

Il destino ha detto qualcosa di importante forse ieri al Frosinone. Qualcosa a cui aggrappars­i per continuare a costruire un sogno. Un sogno ancor più ambizioso di quello che i ciociari coronarono con il Carpi a maggio, salendo dalla B alla A. Qui c’è in ballo la salvezza. Oro. Si erano lasciate il 25 aprile, Frosinone-Carpi 1-0 su questo stesso campo, il risultato non mortificò l’ascesa trionfale degli emiliani e diede il la alla corsa verso il sogno poi realizzato dai ciociari: poco più di un mese dopo, entrambe promosse in A a dispetto di coloro che questa partita nel grande calcio non se la sarebbero mai immaginata. Da una parte Stirpe ha cambiato poco e Bonacini dall’altra invece ha rivoluzion­ato, scegliendo anche di rinunciare in corsa al tecnico del miracolo, Castori, esonerando­lo e chiamando, un mese fa, Sannino. Stellone invece è sempre lì, forte di due promozioni e dei suoi ragazzi. Conti alla mano il Frosinone ha sei calciatori in campo in quella sfida di B di sei mesi fa, il Carpi tre. BLOCCATI. L’urlo del Matusa non conosce soste, accompagna il Frosinone in tutto il primo tempo e cerca quasi di dargli una melodia, un ritmo incessante che la squadra di Stellone non riesce a trovare sul campo. Eppure i tre punti stavolta servono più che mai: servono perché dopo le sconfitte con Torino e Roma, lo stadio di casa è tornato ad essere il catino invalicabi­le della doppia scalata dalla Lega Pro alla A, due partite con Empoli e Sampdoria, 4 gol fatti e nessuno subito. Dopo quel 12 settembre Frosinone-Roma 0-2 non si passa. In più alla fine del primo tempo perdono tutte: il Verona, l’Udinese, il Genoa, il Palermo. Qualcuno, sorridendo con irriverenz­a, fa notare che perde anche la Juve. Ma il gol non arriva, nonostante siano i padroni di casa a tenere il boccino: ma senza ordine, provandoci con Dionisi (che non vede Soddimo solo) e con Ciofani. A centrocamp­o c’è una accozzagli­a di uomini tra quelli di Stellone e quelli di Sannino (4 di qua e praticamen­te 5 di là) e non si respira. Il Carpi sta lì e aspetta per ripartire, ma nemmeno ci riesce troppo. E tranne un tiro nei primi minuti di Borriello troppo solo, che Leali respinge, non fa molto altro. LO STRAPPO. Nella ripresa la partita si accende in tutti i sensi. Il Frosinone, che nella prima frazione di gioco ha segnato solo una volta, all’esordio con il Toro, apre il tempo e trova il gol: Chibsah, tacco di Dionisi e... sì, Daniel Ciofani, al primo gol in A spezzando un digiuno che durava dal 22 maggio, Vicenza-Frosinone 2-1, e al Matusa da una settimana prima, 16 maggio, FrosinoneC­rotone 3-1. Ma non è finita, anzi comincia ora: Damato, protagonis­ta di una direzione

Paolo Sammarco, 32 anni, prima rete con il Frosinone arbitrale che definire paradossal­e non rende l’idea, annulla un gol di Paganini per un fallo a Belec che non c’è: il portiere del Carpi perde la palla e il 2-0 all’evidenza regolare del Frosinone... 2-0 non è. Diventa - perché il calcio è spietato - invece 1-1, con Marrone che vince un rimpallo su Blanchard e batte Leali. Di Gaudio potrebbe persino beffare i ciociari, ma il portiere dei padroni di casa c’è. Sale l’adrenalina, fuori Borriello e Soddimo (rosso diretto e doppio giallo, come dire zero a zero). Finisce dieci contro dieci. Ma sembra finire con un senso di ingiustizi­a che il Frosinone vuole scrollarsi di dosso. Ce la fa al 46': una sciabolata - perché le sciabolate ci sono davvero - da sinistra di Dionisi, Sammarco ci mette tutto quello che ha dentro e la scaraventa in gol. Il Matusa impazzisce e canta. Questo è lo strappo che può dare consapevol­ezza al Frosinone di Stellone. A +4 dalla zona retrocessi­one, si materializ­za un altro sogno a portata di mano. La strada è lunga, ma... di qui non si passa.

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