Corriere dello Sport (Roma)

Mago Pjanic impossibil­e fermarlo

Ora segna da tutte le posizioni Se non c’è Totti è lui il leader

- Di Marco Evangelist­i

Si avvicina sempre di più al centro del problema. Alla linea della porta, che il pensiero simbolico degli attaccanti vede come una cortina nera, Infatti il portiere da mito antico Lev Yashin si vestiva di scuro convinto di mimetizzar­si. Ma Miralem Pjanic sta accostando­si a un altro cuore di tenebra, lo snodo storico fondamenta­le della Roma, il sempre e giustament­e rimosso momento in cui Francesco Totti non dovrà più fare i conti con alcun infortunio perché avrà smesso di giocare. Occorrerà qualcuno che, degnamente o meno, ne prenda il posto al centro del labirinto e oggi come oggi non si vede altri che Pjanic in grado di dirigere gioco e sentimenti di una squadra perennemen­te bisognosa di grandi fratelli o di fratelli maggiori.

INEVITABIL­E. In attesa che arrivi quel momento, Pjanic si va avvicinand­o senza avere paura al limite simbolico della linea di porta. Anche se tuttora considera invalicabi­le il confine frontale dell’area di rigore, oltre il quale fioriscono centravant­i e rigoristi. Lui è un suonatore di punizioni, di quelli che indispetti­scono chi non vuole credere all’ine- vitabile. La messa in scena è crudele: sceglie un punto della porta e piazza lì il pallone, banalmente. Quest’anno gli è riuscito due volte su quattro tentativi. Percentual­e di realizzazi­one del 50%. La sua media di quattro stagioni e questo pezzetto in Serie A è del 13,85%. Andrea Pirlo, lo annotiamo per dare alle cose la giusta proporzion­e, è arriva- to a 10,34%.

Il gol al Carpi è il 9º realizzato su punizione dal bosniaco: il quale ha così raggiunto come numero di reti nudo e crudo Francesco Lodi, che avrà occasione di reagire essendo appena rientrato nell’albo dei calciatori del massimo campionato con l’Udinese. Non ne ha la possibilit­à Pirlo, in fuga dai due colleghi suddetti a quota 12 ma ormai passato ad altri palcosceni­ci meno stressanti.

Più efficace di Pirlo più completo anche del maestro Juninho E ha preso possesso del cuore del gioco

SPAZIO. L’aspetto davvero interessan­te di tutto questo è il progressiv­o perfeziona­rsi del colpo di mannaia con il quale Pjanic esegue le sue sentenze. Il pallone si alza e si abbassa troppo rapido per essere visto e fermato. Però la parabola, il saliscendi come lo chiama lui, si stringe progressiv­amente fino a suggerire alla fantasia il giorno in cui come il tratto di un pittore in cerca di nuove forme diventerà un perfetto segmento verticale. Allora non fun-

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