Corriere dello Sport (Roma)

L’invito ai tifosi

Sabato Formello aperto il club chiama il suo popolo Mercato: no allo scambio El Shaarawy-Candreva

- Di Daniele Rindone

C’è una preghiera in questo invito. Nuovo anno, porte aperte a Formello. Accadrà dopodomani, è stata organizzat­a un’amichevole contro il Real Carsoli, squadra militante nel campionato di Promozione.

Glielo disse Chinaglia in persona: «Eravamo a Bologna, era l’ultima partita, lo scudetto del ‘74 era stato conquistat­o una settimana prima. Giorgio mi disse “oggi vai in panchina”». A quel tempo, per i non titolari, la panchina era un miraggio. C’erano solo due posti, si era felici di andarci. Esserci valeva quanto una presenza, era un successo, era il massimo. Franco Tripodi, classe 1953, è passato alla storia così. Il 12 maggio 1974, nel giorno del suo 21° compleanno, la Lazio vinse il primo scudetto, lui era in tribuna. Il 19 maggio 1974, una settimana dopo, esordì in A, giocò una ventina di minuti: «Si giocava Bologna-Lazio, il risultato era 2-2, entrai a 20 minuti dalla fine al posto di D’Amico. Maestrelli mi fece un grande regalo. Fu l’esordio in campionato, avvenne con i campioni d’Italia. Ci fu una medaglia anche per me». Franco Tripodi, romano, ex mezzala di talento, s’accontentò delle briciole e fu premiato. La squadra volle farlo giocare, fu schierato dai compagni con l’avallo del “Maestro”: «La gente gioca per 10 anni in serie A e non vince, io in 20 minuti ho vinto uno scudetto. Avrei potuto giocare benissimo in serie A, avrei potuto fare qualcosa in più, non lo dico per presunzion­e. Sono stato un po’ sfortunato. Ma è andata benissimo così».

LAVITA. Tripodi, dopo aver detto addio al calcio, ha lavorato in banca sino al 2010, rivive la sua storia speciale con simpatia: «Il calcio mi ha tolto dalla strada. Sono di Centocelle, all’epoca era ciò che era. Il calcio mi ha fatto giocare, divertire, guadagnare, mi ha fatto vedere cose che altrimenti non avrei visto, sarei stato rovinato da una vita un po’ così. Dirò sempre grazie alla Lazio». Nell’anno del primo scudetto laziale vinse anche un tricolore con l’Under 23: «Con la Lazio ho colleziona­to anche una presenza in Coppa Italia, a Torino, contro la Juve. Ricordo un paio di panchine in Coppa Uefa. Era un calcio diverso, in panchina c’erano pochi posti». Davanti a sè aveva mostri sacri come Frustalupi e Re Cecconi. Il calcio, in realtà, rischiò di lasciarlo da ventenne: «Maestrelli mi vide giocare a Cerveteri, in una amichevole tra riserve della Primavera e una rappresent­ativa del Sud. Ero lì per caso, stavo per lasciare il

«Chinaglia mi disse che avrei giocato C’è chi non vince nulla dopo anni di A a me bastò poco...» Ha potuto legare il suo nome a un evento storico

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Un’immagine d’archivio di tifosi biancocele­sti: la Lazio li chiama a raccolta per dare forza alla squadra
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CENTRO STUDI NOVE GENNAIO MILLENOVEC­ENTO Franco Tripodi durante un allenament­o con la Lazio nel centro di Tor di Quinto: alle sue spalle si riconosce un divertito Renzo Garlaschel­li Franco Tripodi è nato a Roma il 12 maggio 1953. Oltre alla Lazio, ha giocato anche con Reggina, Pescara,...

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