Unione, non divisione Coinvolgiamo i tifosi
Il fenomeno, all’apparenza inesorabile, di “desertificazione” dello Stadio Olimpico di Roma ha assunto una dimensione storica, sociale e culturale. La passione dei tifosi di Roma e Lazio è stata messa a dura prova. È giunto il momento che le istituzioni politiche, sportive e singole società aprano un dialogo costruttivo e virtuoso.
Dalle barriere divisorie all’interno delle curve, passando per il caro-biglietti e i servizi offerti da un impianto sportivo non esclusivamente calcistico, è scaturito il sentimento diametralmente opposto all’entusiasmo: il disamore. Se poi le singole società di calcio, invece di tendere la mano a chi ancora compra il biglietto, riservano epiteti offensivi e gesti infelici ai pochi eroici presenti, si va oltre il disamore, sfociando nella peggiore indifferenza generale.
E allora ecco che l’Olimpico si svuota in maniera lenta e impietosa: non tanto per i risultati ottenuti da Roma e Lazio, quanto per tutta la serie di situazioni elencate, che minano al cuore della gente e ai valori dello sport. Il calcio dovrebbe e deve essere un principio di unione, non di divisione. In questo senso, come può lo Stadio Olimpico favorire l’aggregazione, se le barriere poste all’interno delle curve impediscono ai tifosi della stessa squadra di abbracciarsi dopo un gol all’ultimo minuto?
Capisco le esigenze di sicurezza, apprezzo il lavoro delle forze dell’ordine e ben comprendo le misure di prevenzione, ma se l’effetto sortito è quello di svuotare uno stadio, forse sarebbe auspicabile un passo indietro, da parte di tutti. Con le barriere e gli ostacoli si promuovono le differenze e non si azzera solo l’aggregazione, ma anche la passione, la tradizione e la storia dello stadio.
Andare a vedere la partita era un rito che si ripeteva di padre in figlio, di nonno in nipote, di generazione in generazione. Ora, ahimè, sta diventando un lusso per quei pochi che possono permetterselo e che hanno ancora pazienza e forza nel sopportare innumerevoli disagi: dalle limitazioni al traffico nei giorni delle partite alla chiusura dei parcheggi, dalle minuziose perquisizioni con metal detector alle