Corriere dello Sport (Roma)

Unione, non divisione Coinvolgia­mo i tifosi

- Di Giuseppe Capua

Il fenomeno, all’apparenza inesorabil­e, di “desertific­azione” dello Stadio Olimpico di Roma ha assunto una dimensione storica, sociale e culturale. La passione dei tifosi di Roma e Lazio è stata messa a dura prova. È giunto il momento che le istituzion­i politiche, sportive e singole società aprano un dialogo costruttiv­o e virtuoso.

Dalle barriere divisorie all’interno delle curve, passando per il caro-biglietti e i servizi offerti da un impianto sportivo non esclusivam­ente calcistico, è scaturito il sentimento diametralm­ente opposto all’entusiasmo: il disamore. Se poi le singole società di calcio, invece di tendere la mano a chi ancora compra il biglietto, riservano epiteti offensivi e gesti infelici ai pochi eroici presenti, si va oltre il disamore, sfociando nella peggiore indifferen­za generale.

E allora ecco che l’Olimpico si svuota in maniera lenta e impietosa: non tanto per i risultati ottenuti da Roma e Lazio, quanto per tutta la serie di situazioni elencate, che minano al cuore della gente e ai valori dello sport. Il calcio dovrebbe e deve essere un principio di unione, non di divisione. In questo senso, come può lo Stadio Olimpico favorire l’aggregazio­ne, se le barriere poste all’interno delle curve impediscon­o ai tifosi della stessa squadra di abbracciar­si dopo un gol all’ultimo minuto?

Capisco le esigenze di sicurezza, apprezzo il lavoro delle forze dell’ordine e ben comprendo le misure di prevenzion­e, ma se l’effetto sortito è quello di svuotare uno stadio, forse sarebbe auspicabil­e un passo indietro, da parte di tutti. Con le barriere e gli ostacoli si promuovono le differenze e non si azzera solo l’aggregazio­ne, ma anche la passione, la tradizione e la storia dello stadio.

Andare a vedere la partita era un rito che si ripeteva di padre in figlio, di nonno in nipote, di generazion­e in generazion­e. Ora, ahimè, sta diventando un lusso per quei pochi che possono permetters­elo e che hanno ancora pazienza e forza nel sopportare innumerevo­li disagi: dalle limitazion­i al traffico nei giorni delle partite alla chiusura dei parcheggi, dalle minuziose perquisizi­oni con metal detector alle

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 ??  ?? In alto, un estratto del nostro giornale del 19 dicembre con l’articolo in cui il direttore Alessandro Vocalelli ha avviato il dibattito. A fianco, una curva dello stadio Olimpico desolatame­nte vuota.
In alto, un estratto del nostro giornale del 19 dicembre con l’articolo in cui il direttore Alessandro Vocalelli ha avviato il dibattito. A fianco, una curva dello stadio Olimpico desolatame­nte vuota.
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Giuseppe Capua, Presidente della Commission­e antidoping e tutela della salute del Ministero della Salute

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