Il centravanti brasiliano che regalava la Bibbia
Facevailmagazziniereeilguardiano,aveva sempre in tasca un moschettone con le chiavi del centro sportivo di Tor di Quinto e lo chiamavano tutti Pelè, dai giocatori ai tifosi, che seguivano gli allenamenti aggrappati alla rete di recinzione. Giovanni Trasatti sistemavaognigiornolemaglie e gli accappatoi sulle panche di legno dello spogliatoio, si caricavasullespalleilsaccocon i palloni e viveva in un piccolo appartamento vicino alla lavanderia. Era amico dei calciatori: andava spesso in posta a pagare le loro bollette e li aiutava nei traslochi. A soprannominarlo Pelè, come il fenomeno del Brasile, era stato nel 1960 un argentino, Juan Carlos Morrone, che la Lazio aveva preso dal Platense. Era considerato quasi una mascotte, ha lavorato per oltre trent’anni nella società biancoceleste: dal presidente Andrea Ercoli a Gianmarco Calleri, dal tecnico Fulvio Bernardini a Dino Zoff, ha aperto il cancello a campioni e gregari. E proprio lui, nell’estate del 1989, fu uno dei primi ad accogliere a Tor di Quinto il centravanti Amarildo, che era abituato a regalare una Bibbia agli stopper che lo marcavano.
Il direttore sportivo Carlo Regalia aveva acquistato il brasiliano per due miliardi di lire dal Celta Vigo. Nel campionato spagnolo, Amarildo aveva segnato sedici gol, firmando anche una doppietta contro il Real Madrid, e si preparava a giocare nella Lazio di Ruben Sosa e Pedro Troglio allo stadio Flaminio: l’Olimpico, infatti, era un cantiere in vista del Mondiale del 1990. Arrivava da Curitiba. Calcio e chiesa: era un “Atleta di Cristo”, pregava e si allenava, aveva iniziato la carriera nel Pinheiros, si era imposto nel Botafogo e nell’Internacional di Porto Alegre. In Serie A si sbloccò con una doppietta, alla quinta giornata, contro il Lecce di Carlo Mazzone. L’allenatore della Lazio era Giuseppe Materazzi. Introverso e silenzioso, Amarildo costruì la partita più bella della sua storia italiana il 30 dicembre del 1989 controilNapolidiMaradonaeCareca:due gol per una vittoria speciale (3-0). Dieci mesi a Roma, otto reti in campionato e un cartellino rosso nel derby d’andata (1-1) per una testata a Manfredonia. Fu ceduto al Cesena nel 1990 dopo l’acquisto del tedesco Karl-Heinz Riedle dal Werder Brema. Ora vive in Brasile, ha 51 anni e gestisce una scuola-calcio a Jardim Lago.
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