Dopo la festa la questura pensa ai Daspo
Nessuno pensava sarebbe stato facile chiudere la storia. Martedì sera la partita di beneficenza “Voi siete leggenda”, con un bel pezzo della storia della Roma a giocare per divertimento e per raccogliere fondi a favore dei bambini disagiati che desiderano praticare lo sport, ha riportato allo stadio anche i tifosi dissidenti. Poco meno di 15.000 persone, hanno comunicato gli organizzatori tra i quali c’è l’ex giocatore giallorosso Vincent Candela. La questura ha ribattuto: «Erano 11.700, dei quali 4.000 in Curva Sud».
Sin qui nulla di particolare: anche nelle manifestazioni a sfondo politico i dati di fonti diverse non coincidono mai. La questura però si è spinta fino a ipotizzare «l’aggravamento della misura dei Daspo (già irrogati), oppure l’applicazione di nuovi ». Perché, si fa notare, la serata non è passata liscia come avrebbe dovuto: «Tre persone denunciate per resistenza a pubblico ufficiale, steward minacciati all’interno della curva, cori offensivi contro le forze dell’ordine e le istituzioni, un petardo e 6 fumogeni accesi, le vie di sicurezza occupate». Gli investigatori stanno esaminando il materiale di videosorveglianza per identificare i responsabili.
Significa che la Roma non avrà compito facile nel tentativo, che effettuerà, di convincere questura e prefettura ad attenuare le misure di sicurezza per le prossime partite di campionato. L’avvocato Lorenzo Contucci, spesso chiamato a sostenere in sede legale le posizioni dei tifosi, replica: «Daspo (divieto d’accesso allo stadio) inapplicabile perché la partita non era una manifestazione sportiva organizzata in ambito Coni. Inoltre equilibrio e buon senso sono grandi doti per chi ha ruoli di rilievo. E’ stata una festa, sarebbe controproducente rovinare a posteriori un bel momento finalizzato alla beneficenza».
Minacce, resistenza e altre intemperanze La Roma si attiva per i tifosi. L’avvocato: «No alle sanzioni»