Corriere dello Sport (Roma)

DE TOMMASO «Corro senza allenarmi mi preparo con la mente»

«Girare costa troppo: non me lo posso permettere»

- ACI

Il talento segue a volte strani percorsi, un po’ come quelli della vita. Ma se ce l’hai, il talento, non te lo può togliere nessuno. Neanche le minime possibilit­à personali di poterlo alimentare. E allora fai e dai il massimo con quello che ti viene messo a disposizio­ne e quando ne hai facoltà.

Ecco, quello che stupisce della storia di Damiano De Tommaso, varesino, classe 1996, 20 anni il 5 febbraio, l’altro pilota sul quale l’ACI Team Italia ha deciso di investire, è proprio questa immersione totale nell’universo rally. Dove il totale non sta in una vita dedicata anima e corpo alle corse, alla macchina, insomma al risultato. Ma appunto alla vita, quella che conduce in famiglia - è figlio unico - che viene prima di qualsiasi cosa. Anche se il rally, come ammette lo stesso Damiano ... «è l’unica passione della mia esistenza».

Facciamo ordine: come Andolfi, De Tommaso ha diciamo una partenza naturale. Nel senso che anche suo padre, Cosimo, ha corso a lungo nei rally durante gli anni ‘90. Per cui anche in questo caso, il DNA e l’esempio hanno la loro incidenza nelle scelte di Damiano. Ma questo è l’unico punto di contatto reale con il collega-rivale. «Ho cominciato su qualcosa a motore a 8 anni, sui kart - racconta - ma già pensavo ai rally e ci sono arrivato dieci anni dopo dopo un passaggio importante con le Corse in montagna. Ma aspettavol­o solo i rally: a dire la verità mi sono iscritto al primo davvero importante ancora prima di avere la patente. Il venerdì feci l’esame di pratica e poi andai subito a correre».

Da qui iniziano le differenze con Andolfi, perché De Tommaso non si può allenare per le gare!

«Sia chiaro, non è che non voglio allenarmi. La realtà è che subito dopo il diploma di perito meccanico ho iniziato a lavorare nell’officina di mio padre e da lunedì al venerdì lavoro con lui. Altro spazio e tempo non ne ho. Senza dimenticar­e che allenarsi ha un costo molto molto alto che non ci possiamo permettere di sostenere. Un motivo in più per ringraziar­e l’ACI Team Italia per avermi voluto nel suo gruppo consentend­omi di partecipar­e al Mondiale».

Va bene, ma come si prepara per le corse?

«Sfruttando ogni possibilit­à che si presenta: durante le ricognizio­ni, direttamen­te in gara. Alla fine l’allenament­o reale è quello mentale di preparazio­ne alla gara. Certo, così è molto più difficile ma ormai

Damiano De Tommaso in azione al Montecarlo

mi sono abituato e il team mi aiuta in ogni modo per cercare di colmare questo gap di partenza».

Il suo idolo nei rally, padre a parte?

«Sicurament­e mi sono ispirato a Didier Auriol: mi ha sempre impression­ato la sua storia, la capacità di dare lezioni ai finlandesi sui loro percorsi ghiacciati. Però è indubbio che in Italia il migliore sia stato Miki Biasion».

«Non è un alibi: sono arrivato fino a qui si può fare. Dipende da me convincere gli sponsor»

«Lavoro tutta la settimana in officina con mio padre e ho una sola passione: i rally»

Qual è per lei il miglior risultato che ha ottenuto in questi anni?

«Da una parte il primo posto di categoria al Rally di San Marino

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A destra De Tommaso, 19 anni, con il navigatore Bosi, 42
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