Corriere dello Sport (Roma)

L’angelo del Nord tra i grandi

Schladming celebra Kristoffer­sen Suoi 6 slalom su 7: record vicino

- Di Alberto Dolfin ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non poteva che vincere lui nella cattedrale dello slalom. La roboante notte di Schladming, con oltre 50.000 spettatori assiepati lungo lo stadio bianco della Planai, incorona Henrik Kristoffer­sen re tra i pali stretti, sulla pista dove aveva già vinto il 28 gennaio 2014.

In pochi però avrebbero pensato che quel ragazzino dire che il giovane vichingo ha appena 21 anni.

Certo, non c'è da stupirsi che Henrik il terribile abbia voglia di bruciare le tappe visto che già da junior l'ha fatto, diventando il norvegese con più titoli mondiali giovanili (6) e poi, una volta diventato grande, scrivendo altri record di precocità. Per cominciare, quello di più giovane vincitore del suo paese in Coppa del Mondo grazie alla zampata di due anni fa proprio sulla Planai e poi come sciatore più giovane in assoluto della storia a salire sul podio olimpico con il bronzo all'Olimpiade di Sochi del mese successivo, quando doveva ancora compiere vent'anni.

Tra i pali snodati tutto sembra riuscirgli alla perfezione, come sottolinea­to dall'incredibil­e filotto di quattro vittorie consecutiv­e aperto lo scorso 10 gennaio ad Adelboden e poi proseguito tra Wengen, Kitzbühel e Schladming.

IL PRECEDENTE. Dunque, dopo aver perso il suo numero uno della velocità Aksel Lund Svindal, che sabato sulla Streif ha dato addio ai sogni di Coppa, la Norvegia si coccola il suo giovane e snodatissi­mo slalomista che rinverdisc­e i fasti di quel Finn Christian Jagge che soffiò l'oro a Tomba nello slalom dei Giochi di Albertvill­e 1992.

Kristoffer­sen, invece, sta facendo di tutto per scombinare i piani di sua maestà Marcel Hirscher, contrastan­dolo proprio sul suo terreno preferito. Difficile che quest'anno gli possa strappare la quinta sfera di cristallo assoluta, ma la Coppetta di slalom è alla sua portata e ieri ha messo un mattoncino in più in casa del rivale. Un Hirscher a due facce quello visto a Schladming. La prima appannata, come la lente della sua maschera montata male da un addetto del team austriaco che l'ha infastidit­o nelle ultime porte, facendolo scivolare in ventiduesi­ma posizione a più di due secondi e mezzo da Neureuther. Brillante la seconda, in cui, sospinto dal boato assordante dei suoi tifosi (armati anche di fumogeni), il cannibale salisburgh­ese è sceso come un fulmine ed è risalito fino alla seconda posizione, approfitta­ndo anche dell'uscita di Neureuther.

Ha sognato per una sola manche, invece, Stefano Gross. Il ventinoven­ne fassano era stato l'unico a contenere il distacco entro il secondo dal tedesco nella prima manche, ma poi ha voluto strafare nella seconda, commettend­o quegli errori che gli hanno impedito di ripetere i secondi posti del 2012 e del 2015 sulla sua pista preferita e che l'hanno fatto terminare in sesta posizione.

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