Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
Gaddy: Io, un leader però timido
«Virtus, adesso sei pronta per affrontare il periodo chiave»
La maturità non gli è mai mancata. Ora cerca di uscire definitivamente dal proprio guscio, per dare sempre più risalto al proprio talento, per diventare uomo e giocatore di spessore. A 24 anni appena compiuti - martedì scorso, per la precisione - Abdul Gaddy si appresta ad attraversare un periodo tanto cruciale per la squadra quanto per la sua carriera, con tutta la serenità interiore che contraddistingue il playmaker di Tacoma. Che in Italia sta bene, benissimo, ma in fondo "home is always home". Gaddy, dopo un anno e mezzo lontano da casa e con la carta d'identità che si appesantisce, si sente sempre più vissuto? «Sì, ormai mi sento un uomo. Questa esperienza mi ha già dato tantissimo e continua a farlo ogni giorno. Mi sento sempre più veterano, imparo senza sosta da coach e compagni. E poi cresco anche come persona, se vogliamo invecchio. Mi prendo più cura del proprio corpo, sto attento a cosa mangi, e in generale sono più rilassato, soprattutto fra le mura casalinghe». L'anno scorso ha firmato un biennale. Crede di rimanere in Europa a lungo? «Mi piace molto vivere qui, e ho l'opportunità di lavorare facendo ciò che amo. Prima di allora non ero mai uscito dagli USA, e chi mi conosce sa quanto mi abbia forgiato questo periodo. Però sai, home is always home, casa è sempre casa. In estate credo farò dei provini, ma sarei molto felice di tornare qui». Martedì non si è allenato: quali sono le sue condizioni? «Ho avuto un fastidio al flessore della gamba destra ma lo staff mi ha aiutato a trattarlo. Oggi (ieri, ndr) mi sono allenato molto bene, e credo che per Capo d'Orlando sarò al top della forma». Nella vittoria su Brindisi ha ancora una volta evidenziato le proprie qualità quando la posta in palio si fa pesante. «Ho notato che gioco sempre meglio nel secondo tempo perché ci tengo. Quando arriviamo alle fasi decisive mi preoccupo che ogni compagno sia nella posizione giusta, che riceva palloni puliti, che eseguiamo al meglio. Poi, che sia un canestro o un passaggio non impor- ta. Quest'anno, dopo essermi parecchio ingrossato in estate, sto cercando sempre più di andare al ferro per sfruttare il fatto di essere una delle guardie più grosse della Lega». Come ha reagito lo spogliatoio a tutti i cambiamenti? «Per me era una novità, l'anno scorso avevamo avuto solo un cambio. Cerco di non occuparmene e di fare il mio lavoro agevolando l'amalgama con chiunque arrivi. Adesso abbiamo accolto Kenny che è un ottimo giocatore». Quanto è difficile essere un leader avendo un temperamento timido? «È un aspetto nel quale cerco sempre di crescere, perché sì, sono un tipo molto tranquillo e un po' timido. Col passare del tempo voglio rompere sempre più il guscio ed uscirne, anche grazie all'aiuto dei compagni e del coach. È dura, ma ci lavoro». Cosa è mancato alla Virtus negli ultimi mesi? «Non abbiamo un gran record ma ora veniamo da due ottime prestazioni, compresa Venezia. A livello fisico e tecnico siamo messi molto bene, quello che credo ci sia mancato è un po' di chimica di squadra. Che ora si è notevolmente alzata. Siamo pronti ad affrontare il periodo chiave della stagione». Tre gare di fuoco che definiranno i vostri obiettivi. «Cerchiamo di pensare una partita alla volta ed ora siamo focalizzati su Capo d'Orlando. Sono una squadra dura, ci hanno battuti all'andata e dobbiamo vincere senza mezzi termini. Sappiamo che è il ciclo che può cambiare la nostra stagione. Sappiamo che dopo queste tre gare potremo tornare in spogliatoio e, se avremo fatto il nostro lavoro, fissare un nuovo obiettivo. Venderemo cara la pelle». SALUTO A GIOMO. Ieri la squadra si è allenata al completo con l'unica defezione di Valerio Mazzola, che sta lavorando in maniera differenziata per cercare di essere al meglio lunedì a Capo d'Orlando. Allan Ray continua a svolgere le sedute per intero salvo il cinque contro cinque finale. Ieri la società ha ricordato Augusto Gianni Giomo, classe '40. Scomparso in mattinata, fu il playmaker e la mente della Virtus fra il 1962 e il 1968.
L’americano Abdul Gaddy, 24 anni
«L’Europa mi piace, ma casa è sempre casa. Gioco meglio nel secondo tempo? Sì, ci tengo di più» Il club piange Giomo, che fu il play e la mente della squadra tra il 1962 e il 1968