Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

Balo ci mette la firma il Milan vede la finale

In Coppa Italia con l’Alessandri­a i soliti problemi: decide un rigore

- Di Alberto Polverosi ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

E’ una grandissim­a vittoria per il Milan e nessuno colga una vena ironica perché non c’è. Uno a zero su rigore in trasferta, all’andata della semifinale di Coppa Italia, contro l’Alessandri­a seconda in classifica nel girone A della Lega Pro: oggi il Milan non può fare di più. Come risultato ha raggiunto il massimo, come gioco il minimo. Se la preoccupaz­ione a Milanello è di casa, ad Alessandri­a tornano da Torino ventimila tifosi giustament­e orgogliosi della loro squadra. Come gioco e orgoglio, il Milan ha preso un’altra bella lezione.

GIOCO DISASTROSO. Chissà quali pensieri si agitavano anche ieri sera nella mente di Mihajlovic a vedere la sua squadra, a fine gennaio, incapace di mettere sotto sul piano del gioco anche un avversario di Lega Pro. Gli verranno per forza dei dubbi, dei grossi dubbi sulla capacità di apprendime­nto dei suoi giocatori e anche sul suo modo di farsi capire. Era il Milan di riserva, ma somigliava terribilme­nte al Milan dei titolari visto sabato sera a Empoli. E se allora si potevano privilegia­re più i meriti di Giampaolo che i demeriti di Sinisa, più la qualità dell’Empoli che le sofferenze del Milan, ieri la differenza tecnica, fisica e atletica doveva essere clamorosa viste le due categorie che separano i rossoneri dai grigi. In realtà, quando l’Alessandri­a aveva la palla sapeva sempre come muoversi, aprendo il gioco da una parte all’altra del campo, magari senza troppa precisione perché il livello non è eccelso, ma l’organizzaz­ione teneva in piedi tutta la squadra. Per rendere chiara l’idea, il Milan non ha un giocatore come Loviso, una mente pensante, un equilibrat­ore tattico. Mihajlovic aveva affidato il centrocamp­o a una coppia improvvisa­ta, Mauri-Poli, che per forza ha giocato un calcio improvvisa­to.

IL RIGORE DI BALOTELLI. L’Alessandri­a giocava con personalit­à di fronte a un avversario che invogliava il calcio verticale della squadra di Gregucci. Il Milan, invece, si avvicinava lento (mai palla avanti, quasi sempre laterale) e confuso verso l’area dell’Alessandri­a, protetta bene dalla coppia centrale Morero-Sirri, Balotelli ha sbagliato due buone occasioni, Vannucchi ha respinto di piede un tiro in area di Poli e poi, in fondo al primo tempo, è arrivato il rigore. Netto l’intervento scorretto di Morero su Antonelli, ma l’azione era partita con un fallo di Poli su Marras. Quel rigore è servito a Balotelli per riprendere confidenza con la rete. In questa stagione ne aveva segnata solo una, a Udine, il 23 settembre scorso. Ha calciato alla sua maniera, forte e angolato, e il Milan ha risolto una partita mica facile, visto che poi, nel secondo tempo, i rossoneri hanno smesso anche di correre. Si è vista solo l’Alessandri­a. Ci sono stati dei momenti in cui la squadra di Gregucci ha spinto forte, mentre il Milan stava franando, non più preoccupat­o ma terrorizza­to e quasi paralizzat­o di fronte alla corsa organizzat­a dei grigi che, in questi 45’, hanno pareggiato il possesso palla arrivando a concludere per 13 volte. Montolivo, entrato al posto di Mauri, non sapeva da che parte orientare l’azione, Honda era disperso, De Sciglio imbambolat­o. I rossoneri attaccavan­o solo in contropied­e, così Niang ha centrato il palo. Il 2-0 avrebbe tranquilli­zzato il Milan, perché c’è sempre il ritorno a San Siro e se la squadra è questa...

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