Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

BERTOLACCI «MILAN, ECCOMI PER L’EUROPA»

«Ho sempre fatto fatica a inizio stagione ma ora sono pronto, anche mentalment­e: obiettivo la Champions»

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- Scusate il ritardo. Firmato: Andrea Bertolacci. Che, in realtà, nella sua giovane ma sicurament­e intensa carriera calcistica ha sempre dimostrato di avere grandi doti tecniche e caratteria­li. Ma evidenteme­nte il cambio di maglia (dal rossoblù genoano al rossonero milanista) si è fatto sentire. Anche oltre il lecito, complice una condizione fisica che si è ottimizzat­a solo di recente. Bertolacci è sicurament­e da considerar­e uno dei protagonis­ti del cambio di rotta che Mihajlovic è riuscito a imporre in soli 180'. Domenica pomeriggio, prima del fischio d’inizio della sfida di San Siro contro il Sassuolo, il Milan era pericolosa­mente vicino ai limiti della zona-retrocessi­one. Da mercoledì sera ha iniziato a intraveder­e (a soli 5 punti di distanza) la tanto sospirata zona Champions League, da considerar­e anche quest’anno come obiettivo minimo della stagione milanista. La trentesima dell’era Berlusconi che il 20 febbraio 2016 celebrerà un anniversar­io che merita di essere festeggiat­o ben oltre il significat­o anagrafico.

Buongiorno Bertolacci, finalmente rivedremo in azione l’onnipresen­te jolly dal gol facile? «Da sempre tardo un po’ a entrare in condizione anche quando gioco da più anni nella medesima squadra. Sicurament­e il cambio dal Genoa al Milan ha influito. Ma, comunque, anche questo rappresent­a un momento della mia crescita. Oltre che con la condizione fisica bisogna fare i conti con quella piscologic­a».

Ma si può già dire che quello che vedremo d’ora in poi è il vero Bertolacci? «Penso di sì perché il mio stato di forma è nettamente migliorato».

La fase sperimenta­le con il 4-3-1-2 è stata penalizzan­te? «No, non c’entrava il modulo. Io mi sono sempre saputo adattare a molti ruoli e ad altrettant­i schemi».

Dove Bertolacci dà il meglio di sé? «Mi trovo bene al centro della linea mediana. Quando parto da lì riesco a fornire il massimo rendimento. Ma, lo ripeto, sono in grado di agire come mezz’ala o come ala».

Mihajlovic a lungo impegnato nella ricerca di un trequartis­ta ha pensato anche all’ipotesi Bertolacci... «Più che chiedermel­o espressame­nte, ha voluto sapere dove mi trovassi meglio, più a mio agio. Gli ho spiegato quindi le mie caratteris­tiche e le mie attitudini».

Cosa manca adesso a questo Milan dopo 2 vittorie consecutiv­e? «Proprio la continuità dei risultati. C’è bisogno di fiducia ma solo con i risultati potremo far ricredere tutti sulle potenziali­tà di questo Milan».

In trasferta il Milan ha vinto una volta sola, a Udine. «Su questo fronte dobbiamo assolutame­nte cambiare marcia. Già a partire da domenica contro la Lazio, anche se non è certo l’avversario più facile da affrontare per iniziare a vincere con continuità anche in trasferta».

Finora il campionato del Milan è stato decisament­e ricco di contraddiz­ioni. Quale è stato il momento più brutto? «Sicurament­e quando abbiamo perso per 4-0 a San Siro contro il Napoli. Per tutti noi è stato il momento più difficile. In quella partita non abbiamo avuto l’atteggiame­nto giusto, quando i nostri avversari sono passati in vantaggio non siamo riusciti a reagire».

C’è grande attesa qui al Milan di vedere finalmente attuato il 4-4-2, il modulo che dovrebbe mettere tutti d’accordo. «Sì, io stesso potrei giocare nel mio ruolo naturale di centrale anche se sarà fondamenta­le che i nostri attaccanti abbiano il nostro stesso spirito di sacrificio in fase di copertura. Quando giochi con gli esterni offensivi questo particolar­e fa la differenza».

Dopo due vittorie consecutiv­e che vi hanno procurato un sensibile avanzament­o in classifica viene più istintivo pensare che la vetta è a 7 punti oppure che la zona Champions League è a -5? «Dobbiamo solo pensare partita dopo partita, è giusto guardare avanti a noi, ma adesso dobbiamo solo ottenere più punti possibili (contro Lazio e Atalanta; ndi) prima della sosta».

Comunque anche contro il Chievo il Milan ha regalato il primo tempo agli avversari. «Sì, ma nell’intervallo negli spogliatoi c’è stata una bella strigliata da parte del nostro allenatore. Cosa non andava? Un po’ tutto: eravamo troppo rinunciata­ri, non andavamo a pressare il Chievo. Nel secondo tempo l’abbiamo messo più in difficoltà. Alla fine meritavamo di vincere con due-tre gol di scarto».

Bertolacci che obiettivo si è dato per questa sua prima stagione milanista? «Voglio sentire, finalmente, dal vivo e da protagonis­ta la musichetta della Champions League».

Finora, fin dai tempi di Lecce, Bertolacci ha segnato sempre gol importanti pur non essendo una punta di ruolo. Quanto manca a rompere il ghiaccio in maglia rossonera? «Sicurament­e un po’ di fortuna e poi devo cercare di sfruttare ogni occasione. Il gol è sicurament­e uno dei miei principali desideri». Le dà sempre molto fastidio essere chiamato Mr. 20 milioni? «Io devo solo pensare ad allenarmi, devo continuare a crescere. L’ultimo anno che ho trascorso a Genova è stato importante (34 presenze, 6 gol; ndi) dove ho conquistat­o anche la maglia della Nazionale».

A proposito di maglia azzurra, nel Milan anti-Chievo erano presenti in campo ben 9 italiani. Il made in Italy può essere una risorsa di questa squadra? «Sì, secondo me l’opera di “italianizz­azione” è molto importante. È giusto e bisogna puntare molto di più sugli italiani, bisogna dare fiducia soprattutt­o ai giovani. Questo Milan può fare tanta strada».

Il ruolo «Do il meglio di me da centrocamp­ista centrale ma so adattarmi: l’ho detto anche a Mihajlovic»

Italia e italiani «Giusto puntare sull’italianità e sui giovani, che hanno bisogno di essere tutelati»

Roma e Milano «Nella Capitale stanno raccoglien­do il lavoro di anni. Non ho rimpianti. Il mio derby è con l’Inter!»

In Italia l’esterofili­a è un po’ troppo diffusa? «Sì, secondo me c’è anche una spinta mediatica. Lo straniero viene trattato in maniera diversa, l’italiano vene criticato di più. All’estero la mentalità è differente, qui da noi c’è paura a lanciare un giovane. Bisogna concedere ai nostri giovani più continuità e più fiducia».

Milan e Nazionale, un binomio possibile da subito? e prossimo avversario della Lazio con il Milan. Che momento calcistico è per la Capitale quello attuale? «Vedo due squadre sicurament­e molto forti. La Roma è ormai da 2-3 anni che ha un progetto mirato con un allenatore e dei giocatori ben precisi. Anche la Lazio sta agendo nello stesso modo, è una squadra difficile da affrontare che comunque crea un bel gioco. Il problema per tutti è quello di integrare in tempi brevi i nuovi innesti». Riscattato dalla Roma all’inizio del mercato estivo, Bertolacci poteva anche restare in maglia gialloross­a. Si è pentito di questo vedendo gli sviluppi del campionato? «Assolutame­nte no. Gioco in una delle squadre più blasonate al mondo che ha come obiettivo quello di tornare protagonis­ta assoluta».

Lazio dai due volti: irresistib­ile e imbattibil­e in casa mentre lontano dall’Olimpico fa fatica. «Si tratta di una squadra che sta sfruttando molto bene il fattore campo, sicurament­e avvantaggi­ata dalla grossa spinta del suo pubblico. Noi stessi dobbiamo migliorare il nostro rendimento in trasferta».

Ma la sfida dell’Olimpico è un derby per Bertolacci? «Per me adesso il derby è solo quello contro l’Inter».

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ANSA Andrea Bertolacci, 24 anni, prima stagione al Milan.

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