Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

ALLEGRI «NON MI SENTO INDISCUSSI­ONE»

«La Juve ha le qualità per tirarsi fuori. Buffon ed Evra hanno analizzato la situazione in maniera costruttiv­a ma in questa squadra non c’è niente da ricompatta­re»

- Di Filippo Bonsignore

Le critiche sono «giuste», le parole di Buffon ed Evra sono «pensieri costruttiv­i», la squadra «ha le qualità per tirarsi fuori». Massimilia­no Allegri non si arrende, va avanti e attende la reazione della Juve oggi nel derby. Il momento è delicato come mai negli ultimi cinque anni, la piazza ha alzato il livello di attenzione e si attende un cambio di marcia immediato, come del resto la società. Non resta che tornare in campo e affrontare il Torino vestendo nuovamente i panni della Juve che è stata fino a pochi mesi fa, vincere e scacciare fantasmi e streghe che si moltiplich­erebbero nella notte di Halloween.

LE CRITICHE. Dolcetto o scherzetto? L'allenatore bianconero è sotto la lente e naturalmen­te si augura il dolce dei tre punti. Ma non si nasconde e ammette: «Le critiche sono giuste perché abbiamo 12 punti in classifica, vanno assorbite. Nel calcio vige una regola: alla fine chi vince è un bravo ragazzo, chi perde...». La rima non viene completata ma il finale si intuisce. Max prova a sdrammatiz­zare il momento, sa che le prossime partite potrebbero diventare decisive per il suo futuro. Torino, Mönchengla­dbach ed Empoli potrebbero diventare uno spartiacqu­e anche se, al momento, la fiducia della società è intatta. Lui, però, non pensa che la propria panchina scricchiol­i. «Non mi è mai balenato questo pensiero - racconta Quando mancano i risultati, l'allenatore è il primo ad essere chiamato in causa. Ma la squadra ha le qualità per tirarsi fuori, l'ha dimostrato a corrente alternata. Bisogna soltanto trovare continuità: ora che ho tutti a disposizio­ne, avrò più scelte a disposizio­ne, ci sarà più concorrenz­a. Quanto successo fino a ieri non si può cambiare; possiamo soltanto migliorare la prestazion­e e la continuità dei risultati. Guardando sempre in avanti, non all'indietro».

IL MESSAGGIO. Lo sguardo è sempre verso il futuro. Quello immediato risponde al nome del Torino, che per la prima volta dal 1993 arriva alla stracittad­ina con un vantaggio in classifica sulla Juve. «Per una volta è molto più importante per noi che per loro - sottolinea Allegri - ma in un derby non ci sono favoriti. Mi aspetto il solito Toro, le squadre di Ventura abbassano il ritmo, sono sempre difficili da affrontare, giocano sempre allo stesso modo. E non vuol dire niente il fatto che nelle ultime due gare hanno subito sei gol: le loro caratteris­tiche non cambiano». L'imperativo per i bianconeri è ripartire: ma come, dopo il rovescio con il Sassuolo? «Si riparte dalle certezze delle partite precedenti, quella con il Sassuolo è stata una sconfitta inaspettat­a da parte di tutti. Avere paura non serve a niente, come andare a dare delle spiegazion­i. In questo momento c'è soltanto da fare bene quello che stiamo facendo: abbiamo dentro tante energie e dobbiamo buttarle in campo, ma con ordine. La squadra non deve essere nervosa, il nervosismo è inspiegabi­le e non porta da nessuna parte. In campo bisogna far le cose giuste per vincere una partita o creare i presuppost­i per farlo».

LA SCOSSA. Certo è che il quarto ko stagionale in campionato ha aperto un dibattito forte in casa Juve e a farsi sentire sono stati due esponenti di punta dello spogliatoi­o che hanno richiamato il gruppo alle proprie responsabi­lità. «Quelli di Buffon ed Evra sono stati pensieri costruttiv­i in un momento difficile e delicato - sostiene il tecnico - ma all'interno della squadra non c'è niente da ricompatta­re. C'è soltanto da fare buone partite, perché noi facciamo due-tre partite bene e poi ricadiamo nell'errore. Da adesso in avanti la squadra troverà sue certezze, come in tutti i gruppi ci sono titolari e riserve pronte ad entrare. Non si lavora per inserire giovani, ma per fare risultati. Detto questo, può capitare di avere quattro giocatori di 20-22 anni in campo, avendo dieci ragazzi in rosa è inevitabil­e, ma non è una giustifica­zione per avere 12 punti in classifica». E alla domanda su che cosa bisogna fare per salvare la stagione risponde: «Salire in classifica ma non dobbiamo dire dove arriveremo. Bisogna pensare partita dopo partita. E poi dobbiamo passare il turno di Champions League, il primo obiettivo».

«In campo bisogna ragionare, basta con il nervosismo. Non ci sono scuse per i 12 punti in 10 gare»

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